>> Cota: l’ospedale di Asti non perderà servizi, quello della Valle Belbo sarà completato

Nell’affollata sala della Biblioteca astesana, giovedì 10 febbraio, il presidente della Regione Roberto Cota, ben accompagnato dall’On. Sebastiano Fogliati, dall’assessore regionale Giovanna Quaglia, dal consigliere regionale Rosanna Valle, dal sindaco Giorgio Galvagno, ha presentato il suo libro di articoli “Dalla parte del popolo”.

Un bel pretesto per parlare, soprattutto di Sanità.
Ospedali. Cota ha ripetutamente ribadito che “l’ospedale di Asti non sarà toccato e non perderà nessun servizio” e che quello della Valle Belbo in costruzione in regione Boidi di Nizza Monferrato “sarà completato”, anche se “quello che ci sarà dentro lo decideranno i tecnici, tenendo conto che dovrà operare in un contesto di rete” e “senza sprechi”.

Ed è sulla parola ‘rete’ che Cota ha più volte insistito: “Un ospedale non è, e non può più essere, un’isola, ma deve funzionare in rete con altre strutture. Il paziente deve sempre sapere dove può rivolgersi per ogni tipo di patologia”.

Case della Salute o ‘Cap’. Sulle Case della Salute o ‘Cap’, come vengono chiamate dal nuovo piano sanitario, il presidente della Regione pensa che “debbano esistere come centri di assistenza territoriale che seguano il paziente per tutto ciò che non è emergenza o acuzia”.

Lavoro. Ma il discorso, ovviamente, va oltre. Gli interventi dell’amministrazione regionale in merito a lavoro ed occupazione hanno fatto si che il Piemonte “oggi è all’avanguardia, in Italia, per capacità di attrazione di imprese con la creazione di due mila posti di lavoro”. E ancora: “dal Ministro Gelmini arriveranno 80 milioni di euro da investire nella ricerca”.

Fiat. E, non essendo la Fiat soltanto Mirafiori, ma anche tutto l’indotto, cioè migliaia di posti lavoro: “vogliamo creare condizioni perché la Fiat non possa più andar via da Torino”.

Ed ha aggiunto: “cultura, turismo, enogastronomia sono eccellenze, ma la produzione industriale resta il comparto trainante per l’economia”.
Scuole. Non ha mancato di rilevare come in Piemonte “non si sia chiusa una sola scuola, grazie agli interventi della Regione a favore delle classi dei piccoli paesi, soprattutto montani” (Roccaverano, Cessole, Cassinasco, anche se poi tutto dipenderà dal loro funzionamento, ovvero dalla presenza degli insegnati, ndr).

Le cronache registrano che all’uscita dalla Biblioteca c’era un piccolo gruppo con lo striscione: “Asti è antirazzista”.

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