>> Bergamasco, l’appello del sindaco per salvare il Castello

Il sindaco di Bergamasco (Al), Gianni Benvenuti, fa un appello per salvare il monumento storico più importante del paese: il Castello. Mura e torri sono in stato di degrado e presentano problemi di tenuta statica. Intervenire non è semplice anche perché il complesso è sotto diversi proprietari.

La prima citazione del paese di Bergamasco risale al 1014, ed è contenuta nel volume “Monumenta Germaniae Historica”. Per  cinque secoli, Bergamasco e il suo castello appartennero al Marchesato di Incisa, costituendo una importante roccaforte.

Nel 1514 con l’estinzione del Marchesato, per mano dei marchesi del Monferrato, che nel corso di una aspra battaglia sotto la guida di Guglielmo IX Paleologo, rasero quasi al suolo il maniero, i Paleologhi assunsero il controllo del castello seguendone le sorti, incluso il passaggio ai Gonzaga-Nevers di Mantova. Nel 1662 il marchese Moscheni lo trasformò in maniero residenziale, con un piccolo giardino pensile collocato sulla sommità di un muro di sostegno. Dal 1708 il Castello e le terre circostanti entrarono a far parte del Regno Sabaudo.

«La parte centrale, ovvero il palazzo marchionale, – spiega il sindaco – con annesso un tratto di mura, è di proprietà dello scenografo Carlo Leva, titolare del reparto scenografia della Titanus negli anni Sessanta (sue le scenografie di molti film di Sergio Leone) è sotto la tutela delle Belle Arti che hanno contribuito a riportarlo in condizioni di agibilità dopo i danni inflitti alla struttura dal terremoto del 2000. Ed è visitabile. All’interno, Leva ha allestito un interessante museo del cinema. Il giardino si presenta con impianto ottocentesco, con l’area divisa da vialetti. Il viale principale è coperto da un pergolato di rose e glicini: all’interno ci sono, fra gli altri, un cedro di circa 160 anni, un tasso e una “Sophora Japonica”» .

Il problema riguarda le altri parti del castello, suddivise tra diversi proprietari (tra cui il Comune) alcune delle quali, pur essendo più antiche dello stesso palazzo marchionale, non sono sotto la tutela delle Belle Arti.
«Come Comune – riprende Benvenuti – abbiamo effettuato un monitoraggio per verificare la stabilità della struttura nel suo complesso e abbiamo invitato i singoli proprietari a realizzare i lavori necessari per garantire la stabilità delle parti di loro proprietà. Ma intervenire su mura così antiche è opera delicata e costosa. Molti non ne hanno le possibilità».

«L’unico sistema per risolvere definitivamente il problema sarebbe quello di porre tutto il castello sotto la tutela della Soprintendenza alle Belle Arti, trattandosi di un complesso dal valore storico e artistico notevole. Le mura circoscrivono il nucleo più antico del paese e quindi costituiscono un patrimonio della collettività. Non è ipotizzabile un intervento da parte dei privati, anche se le mura del castello sono diventate parte integrante di case o unità abitative…»