>> Come utilizzare i fondi per danni ambientali ex Acna?

“Come si potrebbero usare i fondi  per danni ambientali ex Acna per il territorio piemontese”. E’ quanto hanno cominciato a pensare gli amministratori, qualora venisse chiarito il danno ambientale che Eni – Syndial dovrebbe risarcire alla Valle Bormida.

 Questi i primi ‘paletti’ del documento (sette pagine) che divide la valle in tre settori: l’area primaria (parte cuneese e Comune di Cengio, la parte più danneggiata), secondaria (tratto astigiano) e terziaria (parte alessandrina).
Il piano ipotizza il recupero alle originarie colture delle aree degradate sia di fondovalle che di collina, attraverso le cosidette ‘unità cascine autosostenibili’.

I fondi non dovranno essere distribuiti a pioggia, ma connessi al recupero del territorio, al miglioramento delle comunicazioni (stradali e telematiche), alla creazione di posti di lavoro, all’incremento del turismo.
Il piano prevede il coinvolgimento di Regioni, Province, Comuni, Università  e associazioni di categoria.

E’ prevista anche  la presenza di un ente gestore.
Chi quantifica il danno? A chi aspetta quantificarlo? L’ipotesi di barattare la rinuncia al risarcimento in cambio del sito bonificato è sempre in piedi, anche se non si sa chi dovrà quantificare il danno.

L’ordinanza della presidenza del Consiglio (30 marzo 2007) prevedeva che il Ministero dell’Ambiente, per stabilire l’entità del risarcimento, dovesse avvalersi per la durata dello stato di emergenza di tre esperti. Gli esperti non sono ancora stati nominati  e lo stato di emergenza è terminato a giugno.