Scacchi: Miragha Aghaiev vince il Memorial Gianfranco Berta


SCACCHISi è giocato domenica 11 ottobre, nel salone splendidamente ristrutturato delle Distillerie Berta, in frazione Casalotto di Mombaruzzo, il torneo “semilampo” open di scacchi “Memorial Gianfranco Berta”, con gli spettacolari vigneti dell’Unesco a far da scenario.

La manifestazione, fortemente voluta da un gruppo di amici del “re della grappa”, prematuramente scomparso a febbraio, è stata organizzata dalla Polisportiva Grifone di Grosseto, con la collaborazione della Distilleria e dei circoli scacchistici delle province di Asti ed Alessandria, e si è rivelata una delle più apprezzate e frequentate dagli appassionati del settore nell’anno in corso, con 70 partecipanti provenienti da 11 province, in rappresentanza di 6 regioni; moltissimi i giovani e giovanissimi, frutto soprattutto dell’ormai sempre più diffusa didattica scacchistica nelle scuole, che vede il Piemonte all’avanguardia.

Hanno giocato anche, invitati dall’Organizzazione, l’astigiano neo campione italiano under 10 Luca Zavattero ed il fratello Andrea, e la torinese neo campionessa italiana under 12 Marianna Raccanello, reduce dai Campionati Europei under 16 in Croazia, mentre Luca e Andrea a fine mese parteciperanno al Campionato Mondiale giovanile in Grecia.

Nella specialità “semilampo” ogni giocatore ha 15 minuti a disposizione per ultimare la partita. Al termine dei 9, combattutissimi turni di gioco, ha trionfato il favorito Miragha Aghaiev, ad un passo dalla promozione a Maestro Internazionale, canellese, di origine azera, con 8 punti, davanti all’alessandrino Paolo Quirico, 7 punti e mezzo, e al maestro genovese Vincenzo Manfredi, 7 punti.

Sotto il podio, a 6 punti e mezzo, nell’ordine di spareggio il giovane Savino Lattanzio di Barletta, Gianluca Finocchiaro e Fabrizio Ranieri (primi della provincia di Torino), il cremonese Adriano Gilardone e il rumeno Remus Degi. Primo degli astigiani Federico Venturino.

Hanno arbitrato impeccabilmente l’astigiano Lorenzo Gastaldello e il torinese Jean Cocqueraut, designato in extremis visto l’alto numero dei partecipanti, autore a settembre, mentre arbitrava il torneo internazionale di Imperia, della scoperta del più clamoroso caso italiano di “cheating”, che ha fatto il giro di tutte le cronache mondiali, avendo smascherato un “carneade” che stava vincendo il torneo e battendo tutti i più famosi campioni grazie all’aiuto di un’invisibile microscopica apparecchiatura elettronica collegata ad un computer, nascosta sul corpo.