I timori espressi, nelle settimane scorse, dall’Osservatorio della Salute si sono puntualmente avverati: i due medici specializzandi, impiegati nell’esecuzione dell’agobiopsia al seno per le donne per le quali si sospetta la presenza di tumore, non sono più in servizio alla Radiologia del Cardinal Massaia. Il rapporto con l’Asl AT si è da poco interrotto avendo gli stessi ottenuto la specializzazione.
I posti occupati dai due medici al momento non sono stati coperti. Lo sanno purtroppo le pazienti che, in questi giorni, non potendo essere sottoposte all’ agobiopsia in Radiologia, sono invitate, per fare l’esame, a rivolgersi ad altri ospedali piemontesi oppure vengono prenotate, al Massaia, in sala operatoria per essere sottoposte alla biopsia chirurgica.
Commentano i consiglieri comunali Mariangela Cotto, Angela Quaglia e Massimo Scognamiglio che fanno parte dell’Osservatorio: “E’ buona sanità non aver saputo garantire, in Radiologia, il proseguimento dell’agobiopsia, esame assai meno invasivo della biopsia chirurgica? L’Osservatorio, che nelle settimane scorse aveva chiesto all’Asl AT e alla Regione di adoperarsi per trovare una soluzione e continuare a garantire questa prestazione, pensa di no. E’ grave che la nostra tempestiva richiesta di intervenire subito per non creare disagi alle pazienti sia caduta nel vuoto, con i conseguenti problemi creati a donne fragili e costi aggiuntivi per l’Asl, che pur essendo da tempo a conoscenza del problema non è stata capace di risolverlo”.
Per questo pazienti, volontari e cittadini che frequentano il Massaia hanno da poco iniziato a sottoscrivere una petizione che invita la Direzione Generale dell’Asl AT e l’Assessorato regionale alla Sanità ad assicurare il personale che sappia garantire il proseguimento dell’agobiopsia, rendendo nuovamente efficace, in tutti i suoi passaggi, la diagnostica integrata della mammella gestita finora con professionalità da un gruppo multidisciplinare composto da personale di vari reparti: Ginecologia, Anatomia Patologica, Oncologia, Radioterapia, Radiologia e CAS (Centro Assistenza e Servizi).
L’iniziativa è promossa, insieme all’Osservatorio, dalle associazioni di volontariato che operano nel settore oncologico: Astro, Con Te, LILT, La via del cuore, Progetto Vita.
Chi intendesse sottoscrivere la petizione potrà mettersi in contatto con l’Osservatorio della Salute (338.6678565), le associazioni di volontariato attive al Massaia e la LILT (0141.595196).
La petizione segnala che di recente “all’ospedale Sant’Anna di Torino ha aperto la ‘Breast Unit’ per la diagnosi e cura dei tumori al seno: una notizia molto positiva che ha il nostro plauso sincero. Quella al seno, nella nostra regione resta la neoplasia più frequente”.
“Intervenendo all’inaugurazione del nuovo reparto al Sant’Anna – ricorda la petizione – l’assessore regionale alla Sanità Saitta ha dichiarato che ‘ci sono 3300 nuovi casi all’anno in Piemonte con 816 decessi: per questo è importante mettere insieme un percorso di diagnosi e cura di alto livello con una mobilitazione psico-fisica che non faccia sentire le donne abbandonate’. Sottoscriviamo parola per parola quando detto dall’assessore e proprio per questo chiediamo che Asti possa continuare a mantenere la diagnostica integrata della mammella. Ma è evidente che, in assenza dei medici di Radiologia, la diagnostica integrata subirebbe gravi penalizzazioni”.
All’Asl AT e all’Assessorato alla Sanità della Regione si chiede di “trovare al più presto una soluzione al problema della Radiologia, adoperandosi affinché non vengano perdute le attuali professionalità e garantendo alle donne che si rivolgono al Cardinal Massaia la fruizione di tutti i servizi collegati alla diagnostica integrata della mammella”.