Il fenomeno della prostituzione non cessa di esaurirsi, nonostante la crisi. Lo conferma l’intensa e incessante attività quotidiana svolta dall’Arma dei Carabinieri per sventare tale piaga. E’ un fenomeno che accade ogni giorno sotto i nostri occhi, nell’indifferenza generale. La cronaca non cessa di occuparsene evidenziando solo i cambiamenti nella identità etnica dei soggetti coinvolti, ma non nella sostanza di sfruttamento dei soggetti più deboli.
La canellese Serena Lo Coco, laureatasi (con 108/110), all’Università degli studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Alessandria, in Servizio Sociale, con la tesi “I cambiamenti avvenuti nella sessualità femminile e il fenomeno della prostituzione”, intervistata dal nostro giornale, ha così sintetizzato il suo lavoro:
«Ho analizzato il fenomeno della prostituzione, specialmente quella femminile in età adulta, per comprendere meglio quali siano gli elementi che stanno alla base di questo tema. È un fenomeno in via d’espansione che da un lato “incuriosisce” e fa riflettere, è un campanello d’allarme socialmente importante, basta attraversare le vie maggiormente trafficate delle città (sia di giorno che di notte) per osservare l’enorme presenza di donne che “soggiornano” su di esse.
D’altro canto, la prostituzione è anche un fenomeno che desta particolare turbamento, poiché fa capire che ciò che dovrebbe essere più intimo e segreto per ognuno di noi, come la sessualità, in realtà per qualcuno può essere negoziato, contrattato oppure acquistato. La sessualità dovrebbe essere, per l’appunto, racchiusa all’interno della sfera personale di ogni essere vivente, vissuta e custodita gelosamente, dovrebbe rispettare i principi della libertà e della gratuità. Affrontare questo tema significa esaminare molti aspetti: le dinamiche di potere, le disuguaglianze economiche, le migrazioni internazionali, le diversità di genere e, anche, lo sviluppo che stanno avendo le tecnologie, in particolar modo internet e i social network.
Perché, in un contesto dove le donne hanno raggiunto livelli di emancipazione nell’ambito familiare, sessuale e lavorativo, assistiamo all’aumento dei servizi sessuali a pagamento? Quali sono gli elementi che alimentano l’offerta della prostituzione? Quali sono i motivi che spingono gli uomini a ricercare questo tipo di prestazioni sessuali? I cambiamenti avvenuti, per quanto riguarda i modi di vivere e di rappresentare la sessualità femminile negli ultimi cinquant’anni in Italia, hanno consentito alle donne di sperimentare in maniera più libera e legittima la vita sessuale.
Avere al proprio fianco una donna più incline al sesso e meno frenata da una morale colpevolizzante e restrittiva avrebbe dovuto ridimensionare la domanda della prostituzione. Ma ciò non è accaduto, anzi, la prostituzione si è ampliata sempre più in diversi settori, offrendo prestazioni sempre più diversificate. Paradossalmente la maggiore libertà sessuale che contraddistingue la nostra società anziché rendere meno problematici i rapporti di genere e meno ansiogeno il rapporto con la sessualità, ha finito con lo spaventare gli uomini di oggi.
Quest’ultimi, infatti, “preferiscono” rifugiarsi nel mondo della prostituzione poiché chi si prostituisce non giudica, è sempre disponibile e, soprattutto, poco esigente. Al contrario delle nuove donne, emancipate ed ambiziose, ‘pretenziose’ ed esuberanti, che non si accontentano mai, ma che esigono sempre più attenzioni e cure dal proprio compagno; compagno che si sente messo alla prova, esposto a nuovi compiti ai quali deve assolvere con particolare dedizione e che sinora non aveva mai affrontato. In questo nuovo scenario il rapporto con la prostituta rappresenta, quindi, la possibilità di vivere il rapporto in maniera più serena, senza l’ansia legata alla propria situazione.
Dai testi che ho preso in esame per la stesura della mia prova finale ho potuto analizzare che anche l’espansione della pornografia ha avuto un’influenza notevole sull’universo maschile. Molto probabilmente il bombardamento derivante da immagini erotiche induce gli uomini a pensare di poter avere prestazioni sessuali esaltanti, con un livello di soddisfazione al limite dell’irrealtà; rapporti che non trovano realizzazione in storie quotidiane.
Allora gli uomini vanno alla ricerca di qualcosa che è presente nelle loro fantasie più intime, di qui la ricerca di qualcosa di diverso e di straordinario nel rapporto con la prostituta o il transessuale. Inoltre, osservando la maggioranza delle donne che attualmente si prostituisce sulle nostre strade si può notare che sono prevalentemente giovani e di origine straniera, si viene così a delineare un’ulteriore prospettiva che si è andata sviluppando negli ultimi anni.
La società odierna promuove come modello di benessere uno stile di vita basato su ritmi sfrenati e consumismo; perciò gli individui, nel tentativo di esserne coinvolti, quotidianamente si ritrovano a fare letteralmente i salti mortali tra le esigenze dettate da una parte dalla cultura e, dall’altra, dal nucleo familiare.
Per partecipare a questo stile di vita le persone appartenenti ai paesi più poveri sono disposte a svolgere qualsiasi tipo di professione, anche quella considerata più emarginante e stigmatizzante, pur di far parte di questo vortice immenso, così tanto acclamato e rimarcato. Si assiste, in questo modo, ad un processo denominato di “prostituzione culturale”.
La prostituzione di strada, in questo scenario, non è che una delle attività marginali o illecite praticabili per poter godere di alcune briciole del benessere occidentale. Il tema della prostituzione fa parte di un discorso più generale, che richiama le responsabilità occidentali rispetto ai possibili scenari futuri di convivenza planetaria, costringendo a rivedere in maniera critica il persistere dello sfruttamento delle donne e delle persone più deboli. Sarebbe opportuno, in altri termini, ritrovare un nucleo duro e irrinunciabile di imperativi capaci di contrastare efficacemente il progredire crescente della mercificazione.
Occorrerebbe affrontare anche i problemi più delicati e impopolari: la vendita del corpo e degli organi, delle armi, dell’immagine e della notizia, nulla sembra più resistere alla mercificazione universale. Affrontare il problema del limite significa aprire una nuova fase culturale che, prima o dopo, dovrà essere ascoltata e analizzata.
Il tema della prostituzione non deve quindi passare inosservato, non è da considerare un elemento deviante o patologico della società ma, anzi, dovrebbe scuotere gli animi delle persone, le quali dovrebbero risollevarsi da un silenzio assenso e interrogarsi sul da farsi. Sarebbe opportuno risvegliare, in noi stessi, maggiore senso di responsabilità e di criticità per riflettere sui modi di vivere delle relazioni più intime del presente e dei modelli di vita che, dipendenti da ciò, nasceranno nel futuro.»