La Cia di Asti dice no alla Tangenziale Sud Ovest

La Cia di Asti è nettamente contraria alla costruzione della Tangenziale Sud Ovest di cui è stato presentato nelle scorse settimane il Progetto preliminare.

“Un’opera del tutto inutile – afferma il presidente provinciale della Confederazione, Dino Scanavino – che mette a rischio, come ci segnalano, preoccupatissimi, molti dei nostri associati, la possibilità di mantenere e sviluppare le attività agricole nella zona che verrà ‘occupata’ dalla nuova strada”. “E’ anche costosissima – prosegue Scanavino che preannuncia un’interrogazione sulla questione alla Presidente della Provincia Maria Teresa Armosino – che non servirà praticamente a niente, nemmeno all’originaria esigenza di giungere rapidamente al nuovo Ospedale di Asti per chi arriva dalla zona sud della provincia, dopo che il tracciato dell’autostrada Asti-Cuneo è stato prolungato fino al Casello Asti-Est della Torino-Piacenza”.

“Un’infrastruttura che già oggi costa 375 milioni di euro e che non sappiamo quale conto presenterà alla fine. Probabilmente quasi il doppio – afferma Mario Porta, direttore della Cia astigiana – che comporterà danni pesantissimi all’ambiente, alle colture ed all’economia agricola che proprio nella zona ovest della città conserva una sua presenza significativa”.

“Saranno molte le aziende agricole – prosegue Porta – che subiranno danni incalcolabili, sommando l’occupazione forzata dei loro terreni ai previsti miseri risarcimenti per gli espropri. Un vero dramma per molti agricoltori che dovranno rinunciare alla loro attività in favore di un’opera che avrà un enorme impatto ambientale e catapulterà milioni di metri cubi di cemento su terreni di notevole pregio agricolo”.

Inequivocabile, dunque, la posizione contraria della Cia (“le alternative viabili ci sono, molto meno costose ed assai più rispettose dell’ambiente e delle esigenze produttive delle aziende agricole della zona”) che ha lanciato in questi giorni un appello alle altre organizzazioni professionali del settore per formare un fronte comune a tutela dell’ambiente del sud ovest di Asti e delle molte aziende agricole che tuttora vi operano. “Dobbiamo mettere in atto tutte le azioni possibili – afferma ancora Porta – per fermare questo inaccettabile progetto”.

“Tutti questi soldi – scrive Rizzo sul Corriere della sera di mercoledì 7 ottobre – saranno spesi per una strada, una piccola tangenziale a sud ovest di Asti. Un nastro d’asfalto lungo appena 5.329 metri che costa, considerando i 2.848 metri di bretelle e svincoli per collegarlo alla viabilità ordinaria, più di 60 milioni di euro al chilometro. Esattamente, 62,2 milioni. La breve tangenziale corre su un lungo viadotto e poi sotto terra… Se non è la strada più cara del mondo, poco ci manca. Per capire: la Variante di Valico, che si sviluppa quasi tutta in galleria, vale 52 milioni al chilometro. Ed è probabilmente il più costoso tratto di strada mai realizzato in Italia, dove per costruire un chilometro di autostrada si spendono mediamente 32 milioni, contro i 14,6 milioni della Spagna. Senza considerare che la tangenziale sud ovest di Asti non è nemmeno un’autostrada in senso stretto, visto che per un terzo avrà una sola corsia per senso di marcia…. Se invece, come qualcuno sostiene, fosse una strada completamente inutile? Così almeno la pensa un comitato locale che da anni la contesta… Nell’elenco delle rimostranze, anche l’allarme per il rischio che correrebbe una “particolare e rara specie di rospo presente solo in due aree del territorio piemontese: il pelobates fuscus insubricus, sopravvissuto all’alluvione del 1994, il cui habitat naturale verrebbe seriamente compromesso dalla nuova arteria”.