> Esplode la crisi occupazionale nel Sud Astigiano

Il 12 novembre 2009 la società Friges s.p.a. di Calamandrana ha aperto ufficialmente la procedura per il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale per 70 dipendenti con la possibilità di raggiungere il numero di 129 dipendenti, ovvero l’attuale intero organico aziendale.

La durata dell’intervento di CIGS sarà di 12 mesi: dal 18 gennaio 2010 al 17 gennaio 2011.
Dopo un anno di ‘passione’,  Friges ha comunicato ufficialmente l’apertura di una procedura di mobilità, riduzione di personale, per 20 dipendenti (17 operai e 3 impiegati).

Friges (C.C.N.L. Legno) è un’azienda che opera nel settore idrotermosanitario producendo box doccia, sedili copriwater e tubi in rame per impianti di riscaldamento, condizionamento, gas.

Le motivazioni portate dalla Friges per il ricorso a tali interventi sono la grave situazione del mercato in cui opera l’azienda, un fatturato per l’anno in corso in calo di circa il 32% rispetto al 2008, una previsione di fatturato 2010 in calo del 28% rispetto al 2009, elevati costi di produzione dovuti soprattutto ai prezzi dell’energia e delle materie prime, alto tasso di competizione di concorrenti che producono nei cosiddetti paesi “low cost“.

L’organizzazione sindacale di categoria Fillea-CGIL di Asti (legno, edili ed affini), tramite il suo segretario generale Filippo Rubulotta, esprime forte preoccupazione per questa nuova emergenza che il tessuto produttivo della nostra provincia si trova costretto ad affrontare e che purtroppo conferma la teoria che la crisi non è affatto terminata e che purtroppo i suoi effetti più pesanti per i lavoratori si stanno manifestando solo adesso o addirittura si manifesteranno nelle prossime settimane.

E’ bene sottolineare come questa nuova crisi industriale si verifichi non nella martoriata città di Asti ma in una zona della provincia che magari meno appare agli onori della cronaca ma che allo stesso modo ne subisce gli effetti, ricordando che, sebbene lo stabilimento Friges sia situato nel comune di Calamandrana, la maggior parte dei lavoratori risiede in comuni limitrofi ovvero Canelli, Nizza Monferrato, Santo Stefano Belbo, ecc. quindi questo evento può rappresentare un problema di carattere sociale per una zona molto ampia.

In vista dell’esame congiunto (previsto dalla legge) che si svolgerà in Regione il prossimo 9 dicembre, si è svolto un primo incontro presso l’Unione Industriale di Asti il 26 novembre, un secondo incontro, sempre in Unione industriale, che potrebbe rivelarsi decisivo per definire un’ipotesi di accordo, si svolgerà il 7 dicembre, con i dati di approfondimento (bilancio e patrimoniali) che l’azienda dovrà fornire ai rappresentanti sindacali unitari, mercoledì 2 dicembre, per motivare la situazione di difficoltà che si è venuta a creare e con le proposte dei lavoratori che emergeranno dall’assemblea del prossimo 4 dicembre.

La procedura aperta per mobilità per 20 dipendenti resta per il momento in fase stallo. I tempi tecnici lo consentono, anche se per poco (45 giorni). L’impegno è quello di agganciare a pensionamento 6-7 lavoratori tra quei 20 proposti in mobilità dall’azienda.

Anche la S.I.P.A. Spa (compensati e rivestimenti interni) di Canelli, in via Asti, ha messo in cassa integrazione ordinaria 30 dipendenti per 1-2 giorni la settimana, ma si parla di mobilità anche per la Ebrille srl di Nizza Monferrato (strada Canelli), mentre il Sugherificio Piemontese srl di Canelli (strada Antica Fornace), da luglio, è stato dichiarato in liquidazione, con 11 dipendenti a casa (in procinto di intraprendere un’azione legale perché non hanno ricevuto il trattamento di fine rapporto), ed è stato nominato dal Tribunale il liquidatore che dovrà occuparsi degli aspetti amministrativi e finanziari.

La crisi, in Valle Belbo, iniziò qualche anno fa con la Bottero & Vignolo di Canelli che, per superare l’impasse, diede vita a due società.