«A meno di un mese dalle elezioni amministrative di Cuneo – interviene Beppe Tassone, Presidente del Consiglio Comunale della città di Cuneo – la “questione morale” si pone in tutta evidenza come uno degli elementi di dibattito e di riflessione.
Anche se i comuni sono l’unico ente nel quale gli amministratori sono tutti eletti direttamente dai cittadini con le preferenze, il rischio è quello che si faccia d’ogni erba un fascio e che possa farsi largo un desiderio d’astensionismo che rischierebbe di rendere meno partecipate le elezioni.
Il Comune é l’ente con il quale il cittadino ha i maggiori rapporti, è in prima linea nel rispondere ai suoi bisogni, soprattutto in tempi di crisi e la partecipazione collettiva alla scelta del Sindaco e all’elezione del Consiglio Comunale costituiscono un’occasione importante per ogni comunità, dalla più piccola a quella di maggiori dimensioni.
Mesi fa, sull’onda dell’altro grande scandalo italiano, quello dell’evasione fiscale, avevo chiesto che partiti e gruppi civici verificassero, al proprio interno, le candidature, assicurando ai cittadini di aver inserito nelle proprie liste persone con un rapporto cristallino con il fisco.
La stessa cosa deve avvenire in rapporto con la “questione morale”: gli scandali di queste ultime settimane diminuiscono la credibilità dei partiti ed allontanano, giustamente, le persone dal dibattito politico.
Scandali, quello dell’evasione fiscale e del finanziamento dei partiti, che devono trovare pronte e radicali risposte dal Parlamento e dal Governo, ma che non devono far venir meno la partecipazione al voto amministrativo che determinerà la vita e lo sviluppo di Cuneo nei prossimi cinque anni.
In un momento di forti difficoltà, la funzione che il comune svolge è di tale importanza ed incide in modo così sostanziale nella vita di ognuno di noi che la partecipazione al voto diviene determinante anche per indicare una strada di pulizia, correttezza ed eticità che deve tornare, con forza, a determinare i comportamenti di tutti coloro che sono chiamati a ricoprire ruoli pubblici.»