Mentre l’inizio della vendemmia si avvicina e si considerano con preoccupazione le giacenze di vino invenduto, la Confederazione italiana agricoltori ha aderito all’iniziativa di protesta che una ventina di Cantine sociali piemontesi, la Vignaioli piemontesi ed i Consorzi di tutela dei Vini d’Asti e Monferrato, dei Vini dei Colli tortonesi e dei Vini d’Acqui hanno indetto per mercoledì 2 settembre, ad Asti (dalle ore 10 in piazza Alfieri).
Lo ha deciso, venerdì 27 agosto, ad Asti un’animata riunione dei vertici piemontesi della Cia (presenti il presidente regionale Roberto Ercole ed il vicepresidente nazionale Dino Scanavino) in cui sono stati discussi i vari aspetti della crisi commerciale che da molti anni attanaglia il comparto dei vini rossi, con oltre dodicimila aziende agricole.
“Aderiamo alla manifestazione che chiede attenzione al mondo politico per i gravi problemi che attanagliano il comparto dei vini rossi piemontesi – ha affermato Scanavino – perché riteniamo che la situazione costituisca un peso insopportabile per la vitivinicoltura piemontese e che sia necessario giungere al più presto allo smaltimento delle giacenze in modo da rendere nuovamente sostenibile l’approccio al mercato del vino”.
L’iniziativa mira a richiamare l’attenzione dei parlamentari piemontesi, in particolare quelli della maggioranza di governo, sulla drammatica situazione dei viticoltori che hanno in molti casi ancora le cantine piene di giacenze degli anni precedenti (in particolare di Barbera d’Asti non ancora a docg e quindi di valore commerciale bassissimo) e che dopo le molte promesse delle scorse settimane, non hanno visto la realizzazione di alcuna iniziativa concreta.
“Saremo tutti impegnati ad ottenere che vengano eliminate le giacenze degli anni scorsi – conclude Scanavino – ma l’indicazione dei vertici della Cia piemontese sono stati chiarissimi nel richiedere che, al contempo, si mettano le basi per una nuova fase di governo del settore che eviti l’insorgere di altre situazioni analoghe nei prossimi anni con esiti che sarebbero a dir poco devastanti”.