> Cinquemila tartufai inviano le loro osservazioni all’assessore Taricco

Nei giorni scorsi, nella sede canellese dell’Associazione Trifulau (65 tesserati, Piercarlo Ferrero presidente), si sono incontrati i rappresentanti delle Associazioni trifulau piemontesi (5.000 tesserati, Agostino Aprile, presidente, con sede in via Bixio 51, Alba) per stendere alcune osservazioni indirizzate all’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco, sulle disposizioni attuative della legge regionale 25/6/2008.

Ne abbiamo parlato con il vicepresidente dei trifulau canellesi, Giovanni Grea.
“Intanto occorrono alcune premesse: la nostra Unione rappresenta 5000 tartufai, tutti ben determinati a tutelare i valori che la libera ricerca esprime; mediamente, dalla libera ricerca proviene oltre il 70% del tartufo bianco del Piemonte, con un notevole contributo all’immagine gastronomica piemontese; la libera ricerca è una realtà storica ed economica della regione; la libera ricerca arreca un grosso contributo al mentenimento del patrimonio tartufigeno regionale, particolarmente quello insediato nelle aree marginali, nei rii, nei gerbidi, difficilmente riconducibili a tartufaie coltivabili”.

Sono quattro le osservazioni all’Assessore Taricco:
– Indennità per la conservazione del patrimonio tartufigeno. Noi richiediamo che le prescrizioni per ottenere i benefici da parte dei proprietari e dei conduttori dei terreni a riconosciuta capacità tartufigena, siano rese meno onerose e non obbligatorie.

– Riconoscimento di tartufaie controllate e coltivate. Richiediamo che venga riconosciuta ai rappresentanti delle associazioni del territorio provinciale di poter partecipare alle operazioni di verifica e di controllo della corretta esecuzione dei piani di coltura e delle prescrizioni che danno diritto al riconoscimento delle tartufaie. Di regolamentare inoltre la possibilità di segnalazioni da parte delle associazioni di eventuali inadempienze o irregolarità da parte dei gestori delle tartufaie controllate e coltivate, ponendo contestualmente in capo alla provincia l’obbligo di procedere ai necessari accertamenti in tempi predeterminati e congrui.

Richiediamo inoltre che tutte le concessioni di tartufaie controllate vengano dichiarate decadute, alla luce della nuova normativa che entrerà in vigore, e che, di conseguenza, vengano rinnovate con i limiti e le prescrizioni di cui alle nuove disposizioni attuative.

– Disciplina della raccolta – superficie territoriale massima da destinare a tartufaia controllata. Segnaliamo che vengono, attualmente, sottratte alla libera ricerca, oltre alle tartufaie controllate, i fondi chiusi e tartufaie impropriamente delimitate con cartelli “Proprietà privata e divieto di passaggio”. Richiediamo pertanto che dette superfici vengano computate nella superficie riconosciuta come tartufaia controllata.

Riteniamo che la superficie produttiva stimata nella misura del 10% del territorio censito ad alta e media potenzialità sia enormemente superiore alla reale superficie produttiva del Piemonte e quindi, l’attribuzione del 10% di tale superficie a tartufaie controllate, rischia di penalizzare in modo eccessivo gli oltre 5.000 liberi cercatori del Piemonte.

Richiediamo che la superficie massima attribuibile alle tartufaie controllate sia definita nella misura del 5%, lasciando alla valutazione delle singole province la facoltà di ridurre ulteriormente tale percentuale.

– Associazioni raccoglitori. Richiediamo di inserire l’Unione delle Associazioni Trifolau Piemontesi quale interlocutore privilegiato ai sensi della citata disposizione.

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