Al Salone del Libro di Torino, la riscoperta e la valorizzazione di Gigi Monticone

Gigi MonticoneAl prossimo Salone Internazionale del Libro di Torino, domenica 19 maggio, alle ore 18, sarà presentato il progetto di riscoperta e valorizzazione della figura e dell’opera dello scrittore Gigi Monticone, a 40 anni dalla scomparsa, dal titolo ”Dal fronte della grandine”. Nato a Mongardino (At) il 31 marzo 1925, morì infatti a Genova il 14 gennaio 1973.

La presentazione avverrà nell’ambito delle attività del Parco Culturale Piemonte Paesaggio Umano per iniziativa dell’Associazione Gente&Paesi onlus, come annunciato nel corso di un incontro nella Biblioteca della Fondazione Giovanni Goria al Polo Universitario di Asti.

Dopo l’evento al Salone del Libro, alla figura di Gigi Monticone sarà dedicato un reading domenica 9 giugno nella Biblioteca Comunale di Canelli, a lui intitolata.

Per vent’anni fu infatti segretario comunale in vari paesi dell’Astigiano e durante la seconda guerra mondiale entrò a far parte delle milizie partigiane. Fu consigliere comunale ad Asti alla fine degli anni sessanta, fondatore e redattore capo fino al 1965 del settimanale astigiano “Asti sabato” e collaboratore della “Gazzetta del Popolo”.

Nel 1961 Gigi Monticone vinse la prima edizione del “Premio Asti” di giornalismo con l’articolo «La cavalcata di Aleramo».

Un suo articolo sullo scrittore Cesare Pavese gli valse una speciale menzione della giuria nel 1963 al “Premio Canelli-Cesare Pavese”.

Nel 1965, con lo pseudonimo Giacomo Crosta (nome del protagonista del suo libro più famoso), senza rivelare la propria identità, vinse, con il racconto “Il bastardo” e la poesia “A Cesare Pavese”, il “Premio Langa d’Oggi”, a Canelli.

Dal 1966 al 1972 fu nominato vice segretario generale al comune di Sanremo e lasciò la terra astigiana alla quale fu sempre legato: «La storia è trascorsa lungo i secoli, ma la gente della terra non ha mai detto nulla: ha fatto la guerra, è morta, ha subito le carestie ed i saccheggi, ha dato l’ultimo fieno ai cavalli del reggimento, l’ultimo grano ai vivandieri, l’ultimo pugno di farina ai saccheggiatori, ma la storia non nomina mai questi uomini, ed essi tacciono nel tempo».

Il 10 maggio 1980 il comune di Asti gli ha dedicato un convegno sul tema “Letteratura e mondo contadino – Uno scrittore della terra astigiana, Gigi Monticone”.

Il Comune di Mongardino ha annunciato che, per la prossima estate, in collaborazione con la Pro Loco, promuoverà la riedizione del volumetto intitolato “Stella”.

Si tratta dell’opera prima di Gigi Monticone pubblicata nel 1950 e dedicata alla figura di un giovane partigiano, Carlino Porcellana, nome di battaglia “Stella”, morto giovanissimo pochi mesi dopo la Liberazione. E’ inoltre allo studio la ristampa di alcuni testi editi e la pubblicazione di altri inediti. Gigi Monticone, uomo politico e giornalista, ma funzionario pubblico di professione, fu per oltre venti anni Segretario Comunale, prima in diversi comuni dell’Astigiano (da Roccaverano a Canelli) e infine Vice Segretario Generale del Comune di Sanremo fino alla scomparsa nel 1973 a soli 47 anni.

Il suo libro più importante, “La vigna” fu pubblicato nel 1965 dalla Scuola Tipografica San Giuseppe di Asti con il marchio “Editrice Torre Rossa” per iniziativa dell’autore stesso e degli amici Luigi Garrone, decano dei giornalisti astigiani e Giovanni Cairo, storico “proto” della Tipografia San Giuseppe. Del romanzo, ristampato nel 1998 per iniziativa della Coltivatori Diretti di Asti, Gigi Monticone elaborò con poche varianti una seconda stesura cui diede il titolo “Fronte della grandine” che inviò a molti intellettuali e funzionari editoriali dell’epoca fra i quali Italo Calvino e Mario Soldati che espressero giudizi lusinghieri. Alla figura e all’opera di Monticone la Provincia di Asti dedicò poi una giornata di studi seguita da un prezioso e ormai introvabile volume con atti e numerosi inediti curato da Giancarlo Cocito e Sergio Zoppi.

Ora, a quarant’anni dalla scomparsa, la proposta di riscoperta e valorizzazione parte da un progetto messo a punto da Carlo Cerrato per l’Associazione Gente&Paesi onlus. Si intitola “Le nostre vie dei canti”, con evidente riferimento all’opera di Bruce Chatwin e si propone di recuperare, studiare e divulgare voci, figure e opere di diversi autori che nel tempo hanno dedicato ai nostri territori pagine o immagini importanti, ma oggi neglette.

I territori sono palinsesti di patrimoni naturali e immateriali che si sovrappongono e si arricchiscono a vicenda se opportunamente alimentati oltre che da attenzione mediatica, anche da una ricerca opportunamente approfondita e valorizzata attraverso una divulgazione ampia e non ricondotta a pochi luoghi comuni. I luoghi dell’anima possono fornire stimoli originali anche scavando in biblioteca e restituendo visibilità a testi o immagini rimasti ai margini dei circuiti dell’editoria o della cultura dominante.