La Compagnia Carabinieri di Canelli ha arrestato 3 persone gravemente indiziate di rapine ed estorsioni maturate nel mondo della droga. I fermati erano diventati gestori della piazza canellese, ricorrendo a metodi estorsivi e ad episodi di efferata violenza per costringere acquirenti tossicodipendenti a saldare i debiti contratti. Un individuo è ricercato all’estero, per cui saranno attivati i canali di cooperazione giudiziaria internazionale, essendo stati localizzato in Germania.
L’indagine trae origine da un intervento effettuato a Canelli a giugno 2019 dai Carabinieri per un tentato suicidio di una giovane 37enne del luogo. La donna, una volta tratta in salvo dai militari, riconduce l’estremo gesto a dei generici debiti contratti che non era stata in grado di saldare, per cui paventa di essere vittima di usura. La versione appare da subito poco credibile in ragione dello stato di tossicodipendenza della vittima, tanto da indirizzare le indagini sul mercato della droga che vedeva nell’ultimo periodo concentrate le indagini dell’Arma su due soggetti italiani.
Le attività tecniche scaturite e l’ininterrotta attività di pedinamento svolta in estate permettevano di ricostruire un organigramma composto da quattro persone, tre italiani e un albanese, tutti incensurati ad eccezione del capo, che già vantava precedenti di polizia per spaccio di stupefacenti. Ed era proprio l’incesuratezza del gruppo, la loro stabile occupazione lavorativa che, da un lato, ne faceva obiettivi di difficile individuazione per le forze dell’ordine e, dall’altro, consentiva agli indagati di agire in maniera indisturbata e di assurgere, in pochi mesi, a veri gestori della piazza di spaccio di Canelli e zone limitrofe.
Cocaina era la droga trattata e avviata sul mercato, che veniva ordinata per telefono e consegnata talvolta a domicilio degli acquirenti o nell’abitazione degli indagati. Il modus operandi era sempre lo stesso: anche laddove gli acquirenti non avessero l’immediata disponibilità economica per pagare, i due spacciatori dimostravano dapprima clemenza per poi far presentare, giorni dopo, a casa dei malcapitati due esattori che imponevano con minacce e aggressione il pagamento di quanto spettante.
Addirittura in due distinte occasioni la vittima, da cui è scaturita l’indagine, ha subito pestaggi ripetuti che le hanno provocato la rottura di dodici denti e diverse costole, oltre a ferite lacero contuse alla tempia.
Ed è stata proprio questa inaudita violenza che ha indotto il GIP di Asti ad evidenziare condotte tipiche del crimine organizzato, definendo gli autori soggetti estremamente pericolosi per cui non era ipotizzabile alcuna misura possibile se non la custodia in carcere.
Gli elementi investigativi raccolti, corroborati da attività tecnica d’intercettazione telefonica, servizi di pedinamento e localizzazione tramite sistemi GPS sulle autovetture in uso agli indagati, convergevano sull’individuazione del gruppo gravemente indiziato di una rapina e tre estorsioni in danno di tre acquirenti nonché di 72 cessioni a 14 diversi soggetti dimoranti nell’area di Canelli, Montegrosso d’Asti, Nizza Monferrato, Alessandria ed Imperia di stupefacente del tipo cocaina e marijuana – concentrate nel solo mese di giugno 2019, tanto da convincere il Tribunale di Asti – Sezione GIP – ad emettere misura cautelare in carcere a carico di 4 soggetti (tre italiani 35 enni ed un albanese 30enne) tutti domiciliati a Canelli.
All’alba di ieri la Compagnia Carabinieri di Canelli, coadiuvata dal Nucleo Cinofili di Volpiano e dalle Compagnie Carabinieri di Alessandria ed Imperia, ha individuato nelle loro abitazioni nell’astigiano i due vertici della banda, procedendo nel contempo a 6 perquisizioni domiciliari nei confronti di altri 4 soggetti che, deferiti in stato di libertà per spaccio di stupefacenti in concorso, erano in contatto con gli indagati e si ipotizzava potessero occulatre dello stupefacente.
Le perquisizioni domiciliari a carico degli arrestati consentivano di rinvenire 310 grammi di marijuana, un bilancino di precisione, una serra fai da te per la coltivazione della droga, nonche un’Alga Giulietta, nascosta nel garage, risultata provento di furto commesso il mese scorso a Torino.
Gli arrestati si trovano adesso detenuti presso la case cirondariale di Asti in attesa dell’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip.