Sulla gravissima aggressione subita dal giovane migrante, la dichiarazione di CrescereInsieme

Emanuele Rapetti, responsabile dell’Area Comunicazione di| CrescereInsieme scs onlus, sul caso del giovane migrante aggredito a Santo Stefano Belbo domenica 23 aprile, ci ha scritto: «Nel pomeriggio di domenica 23 aprile 2017 un gravissimo fatto ha scosso le nostre coscienze: un giovane migrante già richiedente asilo politico che lavora a Canelli, è stato assalito e percosso violentemente mentre attraversava in bicicletta il paese di Santo Stefano Belbo.

Le indagini sono ancora in corso, pertanto non intendiamo entrare nel dettaglio dei fatti. Vogliamo però comunicare con chiarezza alcuni aspetti intorno a questa vicenda:

– è una persona assolutamente mite, chiunque lo conosce sa per certo che non vi sono motivazioni legate a lui come persona che spieghino il gesto;

– gli aggressori si sarebbero rivolti a lui con parole ingiuriose e gratuitamente offensive a sfondo razzista, dopodiché lo hanno colpito violentemente al volto procurandogli la frattura del setto nasale e del cavo orbicolare, ragion per cui è stato operato mercoledì;

– dopo l’aggressione è rimasto per lungo tempo a terra. In base alle informazioni in nostro possesso, nessuno lo ha soccorso. E nessuno ha avvisato le forze dell’ordine o ha chiamato un’ambulanza. Solo lui, pur sotto shock e ferito, è riuscito a telefonare ad una conoscente, che si è recata sul posto e ha prestato i soccorsi.

In questo momento è ancora ricoverato in ospedale e il nostro pensiero principale è che si rimetta presto. I Carabinieri stanno portando avanti le indagini e la coop CrescereInsieme ha dato mandato ad un avvocato di seguire il caso.

Abbiamo un unico commento a questa triste e brutta storia: l’aggressione subita dal nostro amico e collega è già di per sé ingiustificabile, ma quello che più ci scuote è la non-reazione dei passanti. Una indifferenza verso il prossimo così grande è terribile e inaccettabile.

Da questo vogliamo ripartire per continuare a fare il nostro lavoro, per una interazione sempre più efficace, per una conoscenza reciproca tra diversi che abbatta i pregiudizi e crei legami. Senza retorica o enfasi o falsità, ma con l’onestà e la fedeltà del nostro lavoro quotidiano, a servizio di persone e territori. Affinché il male subìto non sia vano.»