Il dott. Vito Sorgente, 72 anni, noto commercialista, titolare di un importante studio cittadino di Asti, è stato tratto in arresto dalla Guardia di Finanza di Asti in quanto ideatore, promotore e regista di un insidioso sistema finalizzato ad evadere le imposte dirette.
L’indagine, avviata nel corso del 2012 e svolta anche con l’ausilio di sofisticate attrezzature tecniche, ha consentito di scoprire un disegno criminoso basato su consulenze di vario tipo, falsamente svolte da soggetti privi di specifiche cognizioni e non iscritti ad alcun ordine professionale – in un caso addirittura un invalido civile con indennità di accompagnamento -, formalizzate tramite documenti, quasi sempre aventi unica matrice, riportanti la clausola del pagamento differito di anni, poi utilizzati nelle dichiarazioni fiscali da imprese i cui soci e/o titolari sono risultati tutti legati ai primi da vincoli di parentela o affinità.
Il sistema illegale, perfezionato nel corso di anni di attività, ha garantito ai clienti del commercialista consistenti vantaggi in termini di pagamento di minori imposte dirette senza che, parallelamente, gli emittenti avessero aggravi di tributi, sfruttando le differenti regole previste per il reddito autonomo (principio di cassa) e d’impresa (principio di competenza economica).
Malgrado le numerose cautele adottate dall’arrestato e dai suoi collaboratori per discutere delle pratiche evasive illecite, i finanzieri hanno ascoltato, per mesi, tutte le conversazioni riservate, compreso i numerosi e diversificati consigli ai clienti per frodare il Fisco nonchè i tentativi di convincere quelli timorosi o scettici.
Oltre al professionista e ad una sua diretta collaboratrice, risultano indagate ventisette persone, a vario titolo, per reati di natura tributaria.
Le Fiamme Gialle hanno acquisito, finora, prove inconfutabili in dieci casi, complessivamente riguardanti importi per circa un milione e 600mila euro, che hanno consentito di disporre il sequestro preventivo per equivalente di denaro, beni mobili ed immobili per oltre 600mila euro a carico degli utilizzatori dei falsi documenti nonché del commercialista, a garanzia del recupero dell’imposta evasa.
Le perquisizioni svolte hanno confermato il sospetto che molti clienti dello studio commercialistico stiano sfruttando, da anni, il medesimo sistema illegale per “risparmiare” notevoli somme di denaro.