>> Un’associazione per la valorizzazione della manualità femminile e della tradizione

Uno degli spazi espositivi molto visitati e ammirati durante la manifestazione “Canelli, la città del vino” è stato quello riservato ai lavori (ricami d’epoca, con tecniche diverse dal punto a croce alla tecnica bandera, maglia, patchwork, ecc.) dell’Associazione di Promozione Sociale, all’interno della Foresteria Bosca.
L’associazione è nata ufficialmente un anno fa con il riconoscimento da parte della Provincia di Asti. Ma l’idea risale al 2004, quando Sergio Bobbio la propose, all’interno della rievocazione storica dell’Assedio, e si tentò, con successo, il recupero di una tecnica di ricamo seicentesca, denominata bandera.

«L’idea fu portata avanti negli anni, – precisa Marisa Barbero di Canelli, che insieme ad altre ventiquattro signore (tra cui una bambina) si adopera per valorizzare lavori artigianali e tecniche tradizionali  – ampliandosi e articolandosi. Nella primavera 2011 sono stati attivati il corso di ricamo Bandera, un corso di découpage e un corso di cucito. Lo scopo è quello di far incontrare le persone, farle dialogare, scambiare idee.»

«Abbiamo scoperto – aggiunge Mara Rossi di Masio – che molti hanno grande creatività e sanno realizzare piccoli prodotti di grande effetto. E’ importante non perdere questa ricchezza. La maggior parte delle persone non sa “tenere l’ago in mano”, ha perso la conoscenza degli antichi mestieri, non sa apprezzare i lavori fatti a mano, butta via tanta roba che invece può essere riciclata ed utilizzata per la creazione di oggetti artistici di grande effetto. Si tratta di andare contro una mentalità, quella consumistica, che magari porta ad acquistare vestiti a buon mercato, ma confezionati con tessuti sintetici, mal colorati e pericolosi per la salute».

Intento dell’associazione è invece quello di far riscoprire la bellezza di avere in casa un pezzo di fattura raffinata, rifiutando la mentalità dell’usa e getta. Sono molti ad apprezzare i corsi che insegnano a recuperare materiali di scarto, avanzi o altro, non solo allo scopo di confezionare oggetti per se stessi e la propria casa, ma anche per gli altri.
«Un altro corso che l’associazione vorrebbe realizzare – anticipa – è quello di cucina: insegnare a preparare cibi sani, ad impiegare nel modo giusto gli alimenti (cucinando si scarta tanta parte degli alimenti perché non si sa come cucinarla e così aumentano i rifiuti). Per la nostra associazione il problema grosso è ora la mancanza di una sede. Attualmente siamo ospitate nelle scuole, ma avremmo bisogno di un locale dove poter lasciare il materiale, allestire una mostra permanente dei lavori eseguiti e soprattutto poter allestire un laboratorio dove accogliere ragazzi che non proseguono la scuola, disoccupati, stranieri… che vogliono imparare ad esercitare la manualità.»