L’amministrazione comunale di Nizza, memore delle esperienze degli anni passati, ha dato avvio ad una serie di interventi sui letti dei principali corsi d’acqua che scorrono nel territorio comunale onde evitare di trovarsi in situazioni critiche al sopraggiungere delle piogge autunnali sempre più impetuose.
L’iniziativa è stata illustrata dal sindaco Simone Nosenzo e dall’assessore ai lavori pubblici Valeria Verri che hanno illustrato i lavori ormai in corso di ultimazione sul torrente Belbo. Questi compresi nel tratto che va da valle San Giovanni a via Mario Tacca, sono visibili anche dai ponti dalla cui sommità tutti possono osservare la pulizia delle sponde private da alberi e cespugli che sempre più rigogliosi avrebbero potuto, in caso di piene, fermare quanto trasportato dalla corrente fino a formare vere e proprie dighe con conseguente straripamento delle acque.
Con questi lavori compiuti sotto la supervisione dell’Agenzia interregionale per il fiume Po ed il corpo dei Carabinieri forestali, si è provveduto ad un disboscamento ragionato, tenendo conto che un’eccessiva presenza di vegetazione nel letto di un torrente porta certamente a situazioni critiche in caso di piena, ma d’altro canto l’eliminazione totale dei vegetali che lambiscono l’acqua favorirebbe un aumento della velocità di scorrimento della medesima e di conseguenza l’erosione di sponde ed argini.
Un lavoro dunque che deve essere compiuto con un certo criterio poiché l’indispensabile pulizia, oltre che utile ed anche gradevole per il decoro urbano, non lasci completamente glabre le rive alla mercé dello scorrere della corrente.
I problemi della città però non si esauriscono sistemando il corso d’acqua principale che l’attraversa poiché sul territorio comunale sono presenti anche altri rii la cui portata, in genere assai scarsa può aumentare in modo preoccupante in caso di acquazzoni violenti come quelli sempre più frequenti negli ultimi anni.
Per quanto li riguarda periodicamente si pone la necessità non soltanto di una pulizia delle rive, ma di una vera e propria risistemazione del letto poiché gli acquazzoni estivi costantemente ne alzano il fondo; l’acqua di dilavamento infatti trasporta a valle dalle colline circostanti una grande quantità di fango che poi deposita appena la pendenza del terreno si addolcisce.
Riguardo al Nizza, il principale di questi corsi secondari, il discorso è ancora più complesso poiché esso non defluisce direttamente nel Belbo ma soltanto dopo essere transitato in un sifone che, in condizioni meteorologiche normali ne favorisce l’immissione indirizzandone le corrente.
Qualora però nel ricevente fossero già stati raggiunti i livelli di “all’erta” e non si chiudessero le apposite paratie, quell’artificio idraulico potrebbe anche cominciare a funzionare a rovescio impedendo non soltanto alle acque del Nizza di immettersi nel Belbo ma permettendo a quelle di quest’ultimo di risalire lungo il letto dell’affluente.
Se non proprio una soluzione al problema, senz’altro una maggiore sicurezza per i nicesi, potrebbe essere raggiunta con la realizzazione di un’ulteriore vasca di espansione più a monte verso Castelnuovo Calcea: un invaso capace di accoglie temporaneamente l’acqua meteorica che non può per cause diverse defluire immediatamente per rilasciarla poi successivamente.
Purtroppo tali opere risultano di difficile attuazione non tanto dal punto di vista tecnico quanto burocratico dovendosi innanzi tutto trovare l’accordo tra varie amministrazioni locali. (Domenico Bussi)