>> Il fotovoltaico metterà a rischio il progetto Unesco?

L’impianto fotovoltaico di regione San Giovanni ‘località Pusabren’ sarà realizzato nei prossimi mesi. L’antefatto della vicenda, che ha preso il via con la richiesta di permesso di costruzione all’ufficio tecnico il 24 marzo scorso, è emerso dalla riunione di mercoledì sera 21 maggio ai Salesiani, in cui si sono confrontate le due parti contrapposte.

Da un lato il Comune, che, fin da quando il fatto è salito agli onori della cronaca (l’aveva reso pubblico in un incontro con gli abitanti della zona il 21 aprile), aveva dichiarato la sua posizione scomoda nell’autorizzare un impianto che, stando sotto il mega watt di potenza, necessita soltanto del permesso di routine dell’ufficio tecnico. Dall’altra parte, gli abitanti della zona, infuriati per quello che chiamano ‘buco nero’, che potrebbe mandare all’aria l’opportunità per la collina di Sant’Antonio, da cui si vedrebbe l’impianto, di rientrare nella ‘core zone’ dell’Unesco. Con loro, i rappresentanti delle due minoranze in Consiglio, Fausto Fogliati e Oscar Bielli, oltre a numerosi cittadini canellesi che hanno fatto le loro rimostranze per come, secondo loro, è stata condotta una vicenda “subita e non governata dal Comune, che avrebbe potuto trarne maggiori benefici” (Bielli).

Perdere l’Unesco a causa di un impianto fotovoltaico è un gioco che non vale la candela: non sarebbe stato meglio opporsi fin dal principio, anche rischiando sul piano legale?” si è chiesto Fogliati.

Veniamo a sapere i reali contorni della questione solo adesso”, afferma Ignazio Giovine, che produce vini a pochi metri dal campo del fotovoltaico e che si impegna nella raccolta firme di chi si oppone all’impianto.

Da quando la richiesta è arrivata in Comune a quando siamo stati interpellati è passato un mese: troppo tempo, se si è mossi da reale preoccupazione. In più, – prosegue – gli impianti da realizzare sono due e non uno come detto da sempre”.

Due sono effettivamente le società proponenti, ognuna con un impianto da meno di un mega watt, ma “si presentano con gli stessi rappresentanti, geologi e tecnici” ha osservato Fogliati.

Il sindaco Gabusi ha rivelato che, con un “atto unilaterale d’obbligo”, nelle casse comunali entreranno trecento 26 mila euro, circa 8-9 euro al metro quadro, che ha assicurato Roberto Marmo “saranno impiegati sul territorio”.

Il Comune dovrà attivarsi per includere tra le zone tutelate per “notevole interesse pubblico” un’altra vallata “a rischio”, quella di Prato Rotondo. 

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