>> Uve Moscato, siglato un “buon accordo” per tutti

Uve Moscato: rese a 108 q.li/ha, prezzo a 10,65 euro il miriagrammo. Questi i termini dell’accordo che, dopo una dura battaglia, è stato siglato nel pomeriggio di oggi, venerdì 24 agosto. tra la parte agricola e quella industriale.

A vendemmia ormai decollata sui ‘Sorì’ della Bauda e Moncucco di S. Stefano Belbo e di Sant’Antonio a Canelli, Case spumantiere e parte agricola, la 33a ‘Paritetica’ sulle uve Moscato ha fissato le rese della quota docg, per Asti e Moscato d’Asti, a 108 quintali/ettaro con i bollini docg (115 nel 2011) e 12 quintali di aromatizzato. Il prezzo lordo sarà di 10,65 euro al miriagrammo, di cui 10.55 al contadino (10 euro/miria lo scorso anno), 7 centesimi per la promozione del Moscato che andranno al consorzio di scopo formato dalle associazioni di categoria  che hanno firmato l’accordo (Assomoscato, Vignaioli piemontesi, Confagricoltura) e 3 centesimi al progetto dei ‘Sorì’ (vigneti con presenza storica, con pendenza  oltre il 50%) ovvero 300 mila euro alla commissione presieduta dal direttore del Consorzio Giorgio Bosticco.

Sacchetto. L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Claudio Sacchetto, mediatore tra le parti, così ha commentato l’accordo:«Dopo settimane di trattative sterili finalmente il senso di responsabilità dei componenti la paritetica ha consentito in extremis di chiudere l’accordo vendemmia 2012. Da questo documento si evince un buon incremento della remuneratività per gli agricoltori che passa dai 100 euro/quintale del 2011 ai 105,5 (netti, 106,5 lordi) di quest’anno con un più 5 per cento. Una resa che responsabilmente è stata ridotta dai 115 del 2011 ai 108 di quest’anno garantendo da un lato il ripristino delle scorte e dall’altro una maggiore attenzione per scongiurare l’eccesso di produzione. Inoltre si riserva 1 euro/quintale per il fondo agricolo (0,7 euro/quintale) e per i suri (0,3 euro/quintale) raggiungendo un obiettivo importante per tutelare gli oltre 300 ettari con pendenza elevata dove è più difficile produrre. Infine sono state poste le basi per l’accordo 2013 con prezzo minimo di 106,5 euro/quintale lordo e resa minima garantita di 100 quintali/ettaro. Con il ritocco della forchetta di giacenza che passa da 200-240000 hl a 200-250000 hl.  Ringrazio i funzionari della regione e le componenti della paritetica agricola e industriale per il lavoro svolto nell’interesse del comparto».

Satragno. Per Giovanni Satragno, presidente dell’Assomoscato: “Ottenere un prezzo del 6.5%, garantito per altri due anni, è stato un buon risultato. Sono soddisfatto per il risultato perché la parte agricola, per la prima volta, è stata unita. Se questo fosse capitato  nel 2010 e 2011, il prezzo sarebbe stato di 11 euro. Tutto questo  non è avvenuto perché  in seno alla parte agricola c’erano degli atteggiamenti filo industriali da parte di sedicenti facenti parte dell’agricoltura. Insomma, un buon contratto, tenuto conto anche della crisi che sta correndo la ‘moscatomania’ con i suoi 10milioni di Asti in meno di quest’anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dovuto anche a fattori tecnici come il blocco delle dogane con la Russia».

Bosco. Per Giovanni Bosco, presidente del Consorzio Terre del Moscato, un grosso respiro di sollievo anche per l’iniezione di vitalità al suo progetto dei ‘Sorì’ «dove, come diceva il prof. Giovanni Cerutti,  in questo periodo di grande siccità, converrà mettere la luce nei filari dei ‘Sorì’».

Giaquinta. «Se i buoni accordi sono quelli che accontentano solo parzialmente le parti, beh allora quello di quest’anno sul Moscato è un buon accordo». E’ il commento di Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti.

Spiega Giaquinta: «Di buono c’è anche che si è fatto l’accordo in un momento i cui i rischi di non averlo e di andare al mercato libero, con tutte le incognite del caso, erano molto concreti. L’intesa tra case spumantiere e vignaioli dà stabilità al comparto in un momento di crisi. Non è poco. Quanto al prezzo delle uve, garantisce il reddito agricolo con un aumento, rispetto al 2011, che può arrivare anche a 400 euro ad ettaro. E neppure questo è disprezzabile».

Tra le positività dell’intesa il direttore di Confagricoltura Asti indica anche la valenza biennale (l’accordo vale per le vendemmie 2012 e 2013) e l’innalzamento a 250 mila ettolitri del limite massimo (il minimo e 200 mila ettolitri) del “polmone” di giacenze che serve a far eventualmente scattare la ridiscussione sulle rese.

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