>> Decreto Salva Italia, “La Cia non ci sta”

(a cura di Paolo Monticone)

Erano più di quattrocento tra agricoltori, cittadini e amministratori (l’assessore provinciale Fulvio Brusa, sindaci e presidenti di cantine sociali) le persone che hanno accolto venerdì 3 febbraio, al Foro Boario Pio Corsi di Nizza Monferrato, l’invito della Confederazione italiana agricoltori di Asti a dibattere la grave questione delle misure fiscali previste dal cosiddetto decreto Salva Italia per il comparto agricolo, in una manifestazione a respiro regionale che ha visto la presenza anche del presidente nazionale, Giuseppe Politi.

La posta in gioco è, come si sa, altissima e, come è stato ricordato più volte nel corso dell’incontro, potrebbe diventare, se non intervengono pesanti modifiche alle disposizioni governative, determinante per la sopravvivenza o meno di molte aziende agricole e mettere addirittura a rischio l’efficienza e la capacità produttiva del sistema agricolo regionale. Concetti evidenziati, nel suo intervento di saluto, dal sindaco di Nizza Monferrato, Flavio Pesce, che dando il proprio personale sostegno all’iniziativa, ha messo in luce la pessima sostenibilità agricola delle misure del Salva Italia e le grandi difficoltà che soprattutto l’istituzione dell’IMU (Imposta Municipale Unica) sta creando anche all’attività contabile e di bilancio dei Comuni.

Il vicepresidente nazionale della Cia (e presidente provinciale di Asti), Dino Scanavino, è poi entrato nel merito del tema dell’incontro che riguarda la necessità di lavorare con il massimo impegno perché il decreto Salva Italia non diventi la fossa comune in cui seppellire ogni velleità ed investimento e di sviluppo in agricoltura. Scanavino ha sottolineato come il Ministro all’agricoltura, Mario Catania, abbia riconosciuto nei giorni scorsi la “non equità” delle norme che riguardano il comparto agricolo (tassazione di immobili e terreni agrari, aumento delle accise carburanti, aumento dei contributi previdenziali, azzeramento delle agevolazioni nelle zone montane e svantaggiate) e si sia impegnato per farle modificare in breve tempo:

“Uno spiraglio – ha affermato Scanavino – che dobbiamo saper sfruttare per riportare a livelli accettabili il peso della manovra per gli agricoltori”. “La Cia non ci sta” è l’estrema sintesi del pensiero del presidente regionale Cia, Roberto Ercole, cui è toccato il compito di illustrare la posizione della Confederazione dei confronti del Salva Italia.

“Il salva Italia è un esempio lampante di lettura sbagliata della fiscalità agricola – ha detto Ercole – un settore su cui pesano già infiniti lacci e lacciuoli burocratici e che, unico in Europa, ha perso negli ultimi anni quasi il 36% del suo reddito. Bisogna tornare rapidamente all’equità, a distinguere tra chi usa la terra per il proprio piacere e chi la usa per lavorare e produrre cibo per tutta la nazione ed a respingere l’articolazione di un provvedimento che comporta la moltiplicazione per dieci dell’imposizione fiscale ed un “incasso” di tre-quattro volte superiore a quanto previsto dallo stesso governo in fase di elaborazione del Decreto”. “La Cia non ci sta – ha ribadito in chiusura Ercole – ed è pronta a battersi con il massimo impegno a tutti i livelli per riportare la situazione alla normalità, pur in una fase di grave crisi economica come quella attuale”.

Animato da una serie di stimolanti interventi da parte di agricoltori e amministratori (il presidente regionale dei Giovani agricoltori Cia, Gabriele Cremonini, il sindaco di Calosso, Giuseppe Ugonia, l’assessore all’agricoltura del Comune di Nizza, Mauro Damerio, l’allevatore alessandrino Giampiero Amelio, gli agricoltori Claudio Fassino di Castagnole Lanze e Aurelio Damiano del cuneese), l’incontro è proseguito con l’intervento dell’on. Massimo Fiorio del Pd: “Faccio parte della maggioranza che sostiene con convinzione il governo Monti, ma sono altresì convinto che il comparto agricolo abbia bisogno di una totale revisione fiscale e proprio in questo senso stiamo lavorando per ottenere dal Ministro Catania e dal Ministero del Tesoro misure che rendano più equo il contributo dell’agricoltura ai sacrifici richiesti a tutti i cittadini per uscire dalla crisi”. A conclusione, l’applaudito intervento del presidente nazionale della Confederazione, Giuseppe Politi.

“Questa manovra non è per l’agricoltura né equa né sostenibile – ha esordito Politi – e dunque la Cia è impegnata a far sì che il Governo (ed il Ministro Catania in questo senso sembra essere sulla giusta strada per capire al meglio il senso delle nostre rivendicazioni) modifichi sostanzialmente le norme per contrastare le quali oggi siamo qui”.

“Oltre a manifestare in tutta Italia, così come oggi a Nizza Monferrato, il nostro scontento – ha proseguito il presidente nazionale della CIA – dobbiamo dunque lavorare non soltanto perché si arrivi al più presto ad una manovra correttiva, ma perché, facendo il nostro mestiere nel miglior modo possibile, si ottenga maggior rispetto e considerazione per l’agricoltura che, malgrado la ricorrente crisi degli ultimi anni ed i redditi in calo, ha continuato ad investire, a innovare ed a produrre le stesse quantità di alimenti. Non è dunque solo l’IMU a provocare la crisi del settore, ma una pericolosa disattenzione di chi guida il paese verso un comparto che resta il perno su cui poggia gran parte del sistema del “made in Italy” nel mondo con prestigiosi risultati economici e di immagine”.

Già nei prossimi giorni, ha concluso Scanavino, la Cia porterà a tutti i livelli amministrativi provinciale e regionali il messaggio venuto dalla riunione di Nizza che garantisce la ferma volontà degli agricoltori di fare la propria parte nella chiamata ai sacrifici necessari per salvare il paese dal fallimento economico, ma l’altrettanto chiaro rifiuto di diventare l’agnello sacrificale dello stesso salvataggio.