Confagricoltura di Asti ha organizzato. giovedì 2 marzo, alla Crat di Canelli, un convegno dal titolo “Lavoro in agricoltura”, allo scopo di approfondire gli aspetti giuridici e amministrativi delle norme riguardanti il caporalato e la sicurezza sui luoghi di lavoro.
In apertura, il saluto dell’assessore all’Agricoltura di Canelli, Angelica Corino, assenti l’on. Alberto Cirio, l’assessore regionale Giuseppe Ferrero, il presidente della Provincia Marco Gabusi.
Roberto Bocchino, vicedirettore generale, moderatore del convegno, ha illustrato il tema dell’incontro “Lavoro in agricoltura” «finalizzato ad approfondire gli aspetti giuridici ed amministrativi, al caporalato e al mondo del lavoro, oltre alle questioni legate alla sicurezza nell’ambito degli appalti» ed insistendo, in particolare, sull’importante legge 199-2016 con l’osservanza della sicurezza e degli obblighi dei contratti d’appalto d’opera o di somministrazione, da parte dei datori di lavoro.
Interessante l’intervento di Paolo Ponta, viceprefetto vicario che ha salutato «tutti i ‘piccoli rappresentanti’ di un grande territorio, invitati a prendere atto della nuova legge specialmente contro il capolarato.
La zona di Canelli, la più sensibile dell’agroalimentare, non annovera nessuno accusato di caporalato, ma ha subìto un danno d’immagine. Ma da Canelli è partita la riscossa agroalimentare perché datori di lavoro, soci, imprenditori non si sono mai tenuti lontani dalla sicurezza, dall’informazione, per una strada dell’economia sostenibile rispettosa dell’uomo lavoratore».
L’incontro ha fornito importanti indicazioni ai datori di lavoro per meglio comprendere l’enorme portata e le conseguenze che potrebbero avere le misure di contrasto al caporalato e allo sfruttamento del lavoro (legge 199/2016) nel settore agricolo ma, in generale, in tutti i settori economici, al fine di evitare di incorrere in sanzioni e ha offerto strumenti importanti anche a quegli imprenditori che utilizzano la cooperativa che rappresenta uno strumento sempre più di frequente adottato in provincia di Asti, con particolare riferimento a contratti di appalto “genuini”.
Il convegno è stato introdotto e moderato da Roberto Bocchino, vicedirettore generale di Confagricoltura Asti che, dopo un primo inquadramento generale, ha passato la parola a Paolo Ponta, viceprefetto vicario della Città di Asti che ha affrontato il tema del caporalato.
“Un fenomeno che non è tipico di questa zona” – ha affermato Ponta – “ma proprio da Canelli è arrivata una riposta netta contro queste forme di sfruttamento, risposta giunta proprio dagli stessi agricoltori ai quali siamo riusciti a far capire che sono i primi responsabili di quanto accade all’interno del territorio”.
Cardine dell’incontro è stato l’intervento di Roberto Caponi, responsabile Area Sindacale di Confagricoltura nazionale che ha approfondito temi “caldi” quali la riscrittura del reato di caporalato e l’introduzione del reato di sfruttamento del lavoro con inasprimento delle sanzioni penali.
Della sicurezza e delle norme in materia si è occupato Luigi Cesare Ivaldi, responsabile Area Sicurezza e Salute sui luoghi di lavoro di Confagricoltura Asti, che ha fornito un contributo importante ai datori di lavoro per districarsi al meglio nella complessa normativa.
Un ulteriore contributo al riguardo è stato fornito da Oscar Salvadore, ispettore dello SPRESAL di Asti, il dipartimento dell’ASL che si occupa di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. “Dal 2009 ad oggi sono diminuite le sanzioni per mancato rispetto delle norme di sicurezza nell’uso di macchinari agricoli” – ha affermato Salvadore – “questo come conseguenza di controlli più serrati da parte nostra, ma anche e soprattutto grazie a una presa di coscienza da parte degli imprenditori agricoli. Ma il dato più importante è che sono diminuiti drasticamente gli incidenti mortali”.
A chiusura degli interventi previsti Paolo Capra della FLAI CGIL di Asti ha commentato la normativa con particolare riferimento alla tutela delle condizioni dei lavoratori e a ciò che questo comporta in ambito aziendale.
“L’intento perseguito dalla legge – ha affermato concludendo l’incontro il presidente di Confagricoltura Asti Massimo Forno – è sicuramente condivisibile nelle sue linee generali, anche perché Confagricoltura denuncia da sempre tali fenomeni, a tutela delle tante imprese che operano nel rispetto della legalità.
Alcune delle misure introdotte, però, non convincono pienamente e sollevano forti perplessità e preoccupazioni, a partire dalle disposizioni di carattere penale che estendono la punibilità al datore di lavoro, a prescindere dall’intervento del caporale, a fronte anche di violazioni lievi e occasionali”.