>> Coldiretti: Mai più Barbera prodotto in Romania

L’“Italian sounding” e il caso “Simest” approdano nei consigli comunali dell’Astigiano. «Facciamo quadrato con i nostri piccoli Comuni, – sostiene il presidente della Coldiretti provinciale Maurizio Soave – oltre alla tassa IMU abbiamo portato all’attenzione delle amministrazioni comunali il problema delle contraffazioni.»

Dopo la lettere inviata a tutti i sindaci dell’Astigiano per chiedere il dimezzamento della tassa Imu per il settore agricolo, Coldiretti punta sempre sulla base territoriale per dirimere un’altra importante questione. Quella delle contraffazioni a cui non è esente anche il nostro territorio che si avvia a ricevere l’investitura Unesco di “Patrimonio dell’Umanità”. In questi giorni infatti il caso “Italian Sounding” è approdato anche in tutti i Comuni dell’Astigiano.

Le amministrazioni locali stanno rispondendo con convinzione all’appello di Coldiretti per combattere le “agropiraterie” che rubano all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro all’anno. Lo stanno facendo con apposite delibere dei Consigli comunali, ben oltre la metà dei 118 Comuni hanno già approvato un ordine del giorno suggerito da Coldiretti. In questi giorni anche il Consiglio della Camera di Commercio di Asti ha voluto aderire all’iniziativa Coldiretti, sottolineando come il Made in Italy agroalimentare vada difeso dalle contraffazioni. Analoga iniziativa è stata suggerita anche alla Provincia di Asti, ai Consorzi di Difesa e alla Comunità Montana Langa Astigiana.

“Sono troppe le contraffazione e la concorrenza sleale verso i prodotti nazionali – sottolinea il presidente provinciale Coldiretti, Maurizio Soave –  il nostro progetto è quello di agire concretamente, per questo sono state coinvolte le Istituzioni, per combattere la diffusione di prodotti che traggono in inganno circa la vera origine geografica e raggirano i consumatori, che non possono scegliere in modo consapevole”. Ogni amministrazione locale, in tutta Italia, sta ponendo in discussione e condividendo un’azione a tutela dei veri prodotti alimentari “Made in Italy” cercando di attivare così tutte le iniziative del caso. Come è recentemente emerso dalla prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell’agroalimentare elaborata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta, le esportazioni agroalimentari potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso Made in Italy. Sono considerazioni importanti, soprattutto in questo periodo di crisi. Secondo l’analisi Coldiretti/Eurispes, per giungere ad un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad importazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5 per cento dell’attuale volume d’affari dell’“Italian sounding”.

La presa di posizione e le denunce di Coldiretti, ora adottate anche dai Comuni dell’Astigiano, hanno evidenziato come l’Italian Sounding abbia raggiunto un livello inverosimile. Si può quasi parlare di una truffa di Stato: infatti sono state utilizzate risorse pubbliche da parte della Società Italiana per le Imprese all’Estero (SIMEST s.p.a., società finanziaria controllata dal Ministero dello sviluppo economico) destinandole a finanziare la produzione e la distribuzione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del Paese.

La Simest ha finanziato, ad esempio, società dei gruppi Parmacotto e Lactitialia impegnati in discutibili operazioni di investimento negli Stati Uniti e in Romania, di fatto facendo concorrenza alle produzioni nazionali. “Non possiamo continuare ad assistere alla svendita della nostra economia e dei nostri territori – precisa Soave – che rischia di danneggiare irrimediabilmente il nostro grande patrimonio, per questo vogliamo coinvolgere tutte le amministrazioni nella nostra battaglia, a difesa dell’italianità e delle scelte consapevoli dei consumatori”.

L’obiettivo di Coldiretti è di far approvare una delibera da tutte le istituzioni, per avere il pieno supporto nei confronti del Governo nazionale affinchè possa impedire l’utilizzo improprio di risorse pubbliche per la commercializzazione sui mercati esteri di prodotti di imitazione Italian sounding, a favore, invece, della promozione dell’autentico Made in Italy. Da parte dei Sindaci stanno arrivando parole di apprezzamento per la battaglia di Coldiretti, anche perchè la nostra provincia non è risparmaiata da queste frodi alimentari, gli ultimi casi sono il “Gran Moscato Dulce” e la “Barbera” prodotti in Romania.

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