A proposito dell’inquinamento del torrente Belbo, Gian Carlo Scarrone, presidente di Valle Belbo Pulita, scrive lunedì 10 maggio: “Mi pare che sia veramente giunto il tempo che tutte le autorità competenti, Regione, Province di Asti e Cuneo, Comuni dell’asta del Belbo si attivino e collaborino per risolvere in modo definitivo questa cattiva abitudine di usare il Belbo come pattumiera per i propri reflui continuando a non osservare le leggi in materia di scarico delle acque reflue e delle comuni regole del vivere civile.
Ormai non c’e nulla che non si sappia, tutti abbiamo gli occhi per vedere e il cervello per ragionare.
Anche se a Canelli e a valle qualcuno forse sgarra, il problema per tutta la valle Belbo viene sempre, sempre esclusivamente da parte di attività produttive presenti nella provincia di Cuneo e Asti nella valle Belbo e Tinella e comunque a monte dell’abitato di Canelli.
Soprattutto continua deliberatamente la privatizzazione dei profitti e lo scarico sulle comunità a valle degli oneri della depurazione, e soprattutto una spregiudicata concorrenza sleale a danno delle attività produttive virtuose.
Ad alcune nostre richieste tendenti alla collaborazione e coordinamento tra le province Asti e Cuneo e gli enti preposti a controllo presente alla Presidente della Provincia di Asti l’8 marzo 2010 non abbiamo finora avuto alcuna risposta. Altro che Enoturismo, Paesaggi Unesco…
Certo è che l’elevatissima antropizzazione presente nella media Valle Belbo non permette ulteriori distrazioni o interventi dolosi da parte di nessuno. Gli iscritti dell’associazione Valle Belbo Pulita sono ben consapevoli di questo pericolo. Pertanto sono assiduamente impegnati nell’opera di controllo e di denuncia in occasione di ogni seppur minima trasgressione.
Continuando di questo passo gli stessi inquinatori, stanno facendo già sin da ora ricadere sui nostri e loro figli l’ormai costante declino civile e ambientale della nostra Valle Belbo.”