Lo storico torneo di palla al bracciale giocato per il maltempo al Palazzetto dello sport

Torneo storico di palla al braccialeLa disfida di palla “al bracciale”, antico gioco diffuso dal 1500 sino a metà ‘800, antesignano della palla a pugno ancora praticata in Toscana, è tra le novità degli eventi che accompagnano questa straordinaria edizione dell’Assedio (evento storico che compie 400 anni).

Impossibile sfidarsi nella suggestiva cornice di piazza Duca d’Aosta, battuta da una pioggia incessante che, dal primo pomeriggio di sabato 18 maggio, ha flagellato l’astigiano. La tenzone si è così spostata al Palazzetto dello Sport di via Riccadonna, dove, nella palestra centrale,  trasformata in sferisterio seicentesco, i giocatori hanno dato dimostrazione di bravura e maestria.

Su invito del Comune di Canelli e del gruppo Storico Militare dell’Assedio, da Cingoli, in provincia di Macerata, è arrivato uno dei terzetti più blasonati d’Italia in questa singolare disciplina. Con loro, per celebrare una delle tappe di avvicinamento alla rievocazione storica del 15 e 16 giugno prossimi, i giocatori di Vignale Monferrato (Alessandria), tra le formazioni più conosciute nel circuito. 

Indossato il “bracciale”, armatura in legno a coni, da 1 a 2 chilogrammi di peso, che cinge mano e polso, si sono trovati di fronte il pluricampione di tamburello e ottimo interprete dell’antica disciplina, Aldo Marello “Cerot” che ha guidato la formazione del Vignale, composta da Ettore Boccignone e Paolo Bellero, con il “mandarino” (porgitore di palla) Pierluigi Cotti. Per Cingoli si sono schierati Matteo Deluca, Luca Ripanti e Paolo Cervigni. Ha coordinato l’incontro il pluricampione italiano di pallone elastico, il canellese Massimo Berruti. L’arbitraggio di Mauro Bellero.

La partita, giocata al ‘Palazzetto, è risultata una  piacevole dimostrazione. Una partita vera sarà giocata ai primi di giugno.  Al termine, è stato offerto in degustazione, a cura della Pro Loco “Antico Borgo Villanuova, di Canelli”, del Moscato d’Asti.

Il bracciale. Il pallone a ‘bracciale’ è una disciplina sportiva tipicamente piemontese. L’ultimo campionato si disputò in Piemonte nel 1927 e vide l’Asti vincere dinnanzi all’Acqui e al Torino. Dopo di che il gioco scomparve o perché non si trovavano più artigiani capaci di costruire l’attrezzo o perché era troppo costoso acquistarlo. Pertanto il gioco venne assorbito dal ‘pallone elastico’ e dal ‘tamburello’. La partita, disputata in una piazza contornata da muri o palazzi, prevede 18 giochi, combattuti da quattro  giocatori, contando il ‘mandarino’, per campo.

“Il gioco del bracciale  – racconta ‘Cerot’ – è sorto nelle zone del potere papale”; altri ne stabiliscono l’origine in Piemonte, intorno al 1500.  E’ un cilindro in legno di noce o di pero svuotato all’interno e totalmente torchiato all’esterno da punzoni di forma piramidale, disposti su file, alternati l’uno all’altro. Copre interamente l’avambraccio lasciando scoperta la parte finale per l’impugnatura a barra della mano. Intorno al 1700 assunse dimensioni più ridotte, più corto, ma sufficiente a coprire pugno e  polso, mentre l’impugnatura diventò anatomica e scavata all’interno, con la torchiatura esterna piramidale ridotta a sei file di punte sfalsate. Oggi è un ricercato oggetto da collezione.