Sabato 17 aprile, in coincidenza con la Giornata nazionale della tiroide, all’ospedale “Massaia” di Asti, si svolgerà una giornata informativa che consentirà agli astigiani di approfondire le tireopatie e gli aspetti legati alla prevenzione.
L’ambulatorio diretto da La Grotta, interno al reparto di Medicina A, resterà aperto dalle 10 alle 16. Lo spazio è situato al secondo piano (scala C) del “Massaia”. Gli utenti troveranno ad attenderli i tre medici endocrinologi dell’Asl AT: oltre a La Grotta, Valter Saracco, primario di Medicina A, e Mauro Tancredi, in servizio alla Medicina B.
I tre professionisti forniranno consulenze, mentre saranno in distribuzione opuscoli informativi; chi vorrà potrà assistere a una proiezione di diapositive sulle principali patologie della tiroide e sulla prevenzione.
Ulteriori informazioni sulla Giornata allo 0141.488100.
Nell’Astigiano si stima che una donna su quattro abbia problemi alla tiroide: oscillano tra 500 e 600 i nuovi casi registrati ogni anno all’Ambulatorio di Endocrinologia e Ipertensione secondaria del “Cardinal Massaia”. In Italia questo problema colpisce il 10/15 per cento della popolazione: soprattutto donne e soggetti che vivono in zone carenti di iodio.
“Quelle della tiroide – indica il dottor Antonio La Grotta, responsabile del servizio – sono le patologie endocrine più diffuse, verosimilmente correlate alla presenza degli estrogeni: il rapporto tra uomini e donne è di 1 a 4.
Nel nostro ambulatorio, che in vent’anni di attività ha censito più di diecimila pazienti, valutiamo persone con noduli tiroidei, spesso riscontrati incidentalmente con un’ecografia del collo: di solito sono benigni e non richiedono particolari cure. Ci sono anche soggetti con alterazioni della funzione tiroidea (ipotiroidismo e ipertiroidismo) che, con le opportune terapie, si risolvono senza problemi. Gestiamo, infine, pazienti con tumori della tiroide, di cui abbiamo registrato un’aumentata incidenza nell’ultimo decennio: sono forme tumorali ben differenziate che, pur colpendo i giovani, rispondono bene alla terapia, garantendo una guarigione nel 90% dei casi”.