Messaggio di Natale del Vescovo di Acqui Luigi Testore

“In questo Natale in cui il nostro territorio ha particolarmente sofferto per le piogge e le frane ciascuno di noi si sente vicino alle persone che ne hanno subito le maggiori conseguenze.
Ma proprio per questo, a maggior ragione, ci è chiesto in questo Natale di pensare più profondamente al Mistero della Incarnazione. La Parola di Dio si è fatta carne, è così entrata con forza nella storia degli esseri umani.

E’ interessante per noi cercare di capire cosa significhi questa presenza di Dio tra noi. Un Dio che partecipa, condivide entra nella vita umana. Se ci pensiamo bene questo non può che essere un modello per noi. Forse vuol dire che nessuno può più rimanere estraneo agli altri, chiuso nel suo mondo. Forse vuol dire che è chiesto anche a noi di condividere con più radicalità la situazione degli altri.
D’altra parte Gesù ha vissuto pienamente questa partecipazione alla condizione umana e il suo messaggio, il suo Vangelo, ci parla con chiarezza di questo.
Parlare di Vangelo è per noi sempre scomodo, perché vorremmo poterlo adattare al nostro modo di sentire e di pensare, ma non è possibile. Capire il significato del Dio che si incarna vuol dire accettare fino in fondo la novità del Vangelo. E’ una novità che non ci lascia tranquilli, significa che l’altro è sempre importante quanto noi, se non di più. Vuol dire che chi è più debole merita molta più attenzione di chi è forte. Vuol dire che non possiamo far finta di non vedere le difficoltà e le sofferenze degli altri. Vuol dire che ci è chiesto di cercare e costruire dignità per ogni persona umana.
Il messaggio del Vangelo è forte, cambia la nostra prospettiva e i nostri progetti, cambia la nostra mentalità.


Augurarci Buon Natale non può essere quindi né facile né scontato.
Riconosciamo, infatti, nel Gesù che nasce colui che chiede anche a noi di cambiare testa e schemi e ci chiede di operare scelte nuove anche nelle nostre relazioni quotidiane.”
+ Luigi, vescovo di Acqui