Brunetti: “Sul caporalato non possiamo tacere”

Il vescovo di Alba scrive ai sacerdoti e a tutta la comunità diocesana invitando a denunciare quanto secondo il Vangelo non è soltanto un reato, ma anche un grave peccato, che esclude dalla comunione.

Il caporalato è un peccato grave, “che esclude dalla comunione eucaristica”. È duro l’intervento del vescovo di Alba, Marco Brunetti di fronte alle notizie rimbalzate in questi giorni sui media e documentate dalle forze dell’ordine sullo sfruttamento di manodopera anche nelle Langhe.

Caporalato. La lettera di mons. Brunetti sarà letta dopo la messa di domenica 21 luglio Mons. Brunetti ha scritto ai suoi sacerdoti e a tutta la comunità diocesana invitando a denunciare ciò che secondo il Vangelo non è soltanto un reato, ma anche un grave peccato. E chiede di leggere la sua lettera al termine della messa di domenica 21 luglio. Un “segno di solidarietà verso quanti sono vittime del caporalato” e una sollecitazione “a intervenire per superare il problema”.

Il messaggio, inviato l’11 luglio, nella ricorrenza di san Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, acquista particolare significato considerando che l’abate umbro aveva dato grande dignità al lavoro agricolo, accostandolo alla preghiera con il suo celebre motto “Ora et labora”.

“Il caporalato è un malcostume già segnalato nelle Langhe”.

“Il caporalato nelle nostre belle Langhe è un fatto che la Caritas diocesana già dall’anno scorso, attraverso il progetto “Presidio”, aveva segnalato – denuncia mons. Brunetti – così pure il nostro settimanale Gazzetta d’Alba in più riprese ha riportato inchieste sul fenomeno dello sfruttamento di immigrati, spesso senza permesso di soggiorno. Pertanto questi fatti non ci sorprendono ma sono la conferma di un malcostume presente nei nostri territori blasonati che producono vini di alta qualità”.

“Anche una sola persona sfruttata, picchiata ed emarginata rappresenta un fatto inaccettabile”

Il vescovo invita tutti a non sottovalutare la situazione. “Non possiamo nasconderci dietro il dito dicendo che si tratta di pochi casi – prosegue il vescovo – Sicuramente questo sarà vero, ma anche un solo caso è di troppo, la dignità umana non si misura a peso. Anche una sola persona sfruttata, picchiata ed emarginata rappresenta un fatto grave e inaccettabile per una società civile e democratica che fa dell’accoglienza e dell’inclusione un principio cardine della propria convivenza”.

“Chi è a conoscenza di episodi di caporalato deve denunciare alle autorità”

“Non possiamo pensare che alcuni, anche pochi, si arricchiscano sfruttando manodopera a poco prezzo e senza diritti – prosegue mons. Brunetti – Oltretutto infangando l’immagine di quanti agiscono nel rispetto delle leggi e all’insegna della solidarietà”. Di qui l’esortazione a tutti i fedeli: “Invito quanti siano a conoscenza di episodi di caporalato di denunciare alle autorità competenti e a fare il possibile affinché chi viene a lavorare nelle nostre aziende, agricole e non, venga trattato con tutto il rispetto dovuto e soprattutto gli vengano garantiti i bisogni essenziali fra cui l’abitazione. Il Vangelo ci impone di non tacere e di assumere stili di vita giusti e sostenibili che cancellino ogni forma di indifferenza”. (Marcato-Gazzetta d’Alba)

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