“Trekking della Resistenza” con Verdeterra

Domenica 12 maggio, secondo appuntamento di Verdeterra, rassegna sostenuta da Comune di Asti (Assessorato all’Ambiente), Ente Parchi, Le Colline del Mare, Israt, Monferrato Outdoor e Fondazione CRT, per ripercorrere i sentieri battuti settant’anni fa dai partigiani nel parco naturale di Rocchetta Tanaro.

Alle 9,30 nella piazza del Municipio, prenderà avvio la camminata per respirare aria buona e ascoltare il “trillar di grilli… al posto dei mortai”, come diceva Giorgio, partigiano, mentre aspettava che a Pierino togliessero la pallottola dalla mano dentro un ambulatorio di fortuna poco lontano dal paese. Storie lontane, che verranno rievocate durante il “Trekking della Resistenza” condotto dagli istruttori dell’Associazione Monferrato Outdoor e dalle guide dell’Israt. “Percorreremo strade di terra – indicano gli organizzatori – attraverseremo i boschi del Marchese e saliremo sulla dorsale dell’Asinara, da lì vedremo il parco naturale e scenderemo per entrarci del tutto raggiungendo la Fonte Canà, luogo simbolo di una delle prime riunioni spontanee tra i giovani ribelli di queste zone. Assaggeremo l’acqua ferruginosa e proseguiremo la camminata risalendo la Val du Gè (del gelo), passando sotto il Grande Faggio… risalendo poi al Pian delle Fate dove è bello notare la divisione quasi netta tra il bosco di querce e quello di castagni”.

L’escursione, consigliata anche ai bambini e alle persone non troppo allenate a camminare, durerà complessivamente 3 ore e si terrà anche in caso di pioggia. Indispensabili scarpe comode. La partecipazione è gratuita: non sarà necessario prenotare. Dopo la camminata, chi vorrà potrà pranzare alla Casa Parco (15 euro, prenotazioni entro venerdì 10 maggio allo 0141.644254); in alternativa si potrà mangiare al sacco.

Al pranzo parteciperà anche la scrittrice Margherita Oggero, che alle 14,30 animerà l’incontro “Salire sugli alberi e non scendervi più” e presenterà il suo ultimo libro, fresco di stampa, “Perduti tra le pagine” (ed. Mondadori). A lei toccherà il compito di raccontare “Il barone rampante” di Italo Calvino, storia di Cosimo Piovasco di Rondò, secondogenito del barone Arminio Piovasco di Rondò che il 15 giugno 1767, disubbidendo all’ordine di mangiare un piatto di lumache, salirà su un elce come atto di ribellione alle regole preconcette.

Ha 12 anni, il bambino, e da quel momento, lasciando la villa d’Ombrosa, non toccherà più terra: si muoverà prima tra gli alberi del giardino di casa (la madre Generalessa a seguirne gli spostamenti con un cannocchiale di campagna) e poi in boschi sempre più lontani, costruirà ripari di fortuna per proteggersi dall’inverno, affinerà le tecniche di caccia e sopravvivenza, dividerà gli spazi aerei con la banda dei ladruncoli di frutta, s’innamorerà di Viola d’Ondariva, inizierà ai piaceri della lettura il brigante Gian dei Brughi.