Un referendum per ripristinare le case chiuse?

Tra Alba e Cuneo 150 case a luci rosse. L’intraprendente e puntuale settimanale Gazzetta d’Alba, nel suo ultimo numero, a firma Roberto Buffa ed Enrico Fonte, affronta l’argomento off limits della prostituzione in zona e della raccolta nazionale di firme per indire un referendum (le firme già partite dal 1 settembre)  che abroghi parzialmente la legge Merlin.

Per il consigliere comunale albese Mario Canova del Popolo della libertà la legge Merlin ha favorito la criminalità organizzata che controlla circa 70mila ragazze, una su due straniera ed una su cinque minorenne, con 9milioni di clienti ed un giro di affari che sfiora i 6 miliardi di euro all’anno. L’industria della prostituzione vive sulle strade, ma anche in appartamenti, alberghi, locali notturni e finti centri massaggi. La legge Merlin, dietro un finto spirito moralizzatore, ha gettato in strada migliaia di ragazze, lasciandole in balia dei loro sfruttatori ed esponendole a gravi rischi medico-sanitari”.

Alla domanda di Enrico Forte sulla riduzione del problema ad una questione di ordine pubblico, Canova ribatte: “Le donne che, spesso sotto costrizione, si appostano lungo le strade albesi non rappresentano un bel biglietto da visita in chiave turistica. Sono donne, spesso, fuggite dalla povertà o dalla guerra che vengono obbligate  dai criminali a ridursi a merce. Non vedo perché l’Italia non possa adottare un sistema  sperimentato nel Nord Europa”.

In merito alla localizzazione del problema, Roberto Buffa intervista Giovanni Allocco tra i fondatori dell’associazione Aurora di Pollenzo che si occupa di conoscere e liberare le prostitute della zona aiutandole a farsi una vita dignitosa.
“L’associazione è in contatto con una decina di ragazze,  di provenienza Est Europa ed Africa, che si prostituiscono regolarmente sulle strade tra Alba e Bra. Difficile quantificare il numero di ragazze che si prostituiscono all’interno delle abitazioni: si stima che, nella provincia di Cuneo, siano dai 130 ai 150 appartamenti a luci rosse, concentrati, per lo più, nelle città di Cuneo ed Alba”.

“Una proposta referendaria che è anche una battaglia  di civiltà” insistono  i proponenti del referendum.
“La legge Merlin è ridicola – riprende Allocco – anche se la prostituzione domestica rende più difficile per noi incontrare le ragazze.

Certo il problema è complesso e richiede una serie di interventi mirati per consentire alle ragazze di poter fare una scelta libera. Per fare questo occorre  regolarizzare la figura della prostituta, consentendo alle donne che arrivano nel nostro Paese di uscire dalla clandestinità. Quindi bisogna creare degli spazi in cui le ragazze siano controllate dal punto di vista igienico-sanitario e, soprattutto, sotto il profilo dello sfruttamento. Però non basta. Nei Paesi del Nord, dove la prostituzione è legale, nei quartieri a luci rosse  le ragazze vengono sfruttate come, se non più, di quanto avviene in Italia”.

E Allocco così conclude la sua intervista: “Per limitare il fenomeno bisogna agire sulla domanda oltre che sull’offerta. E’ necessario che le comunità, le associazioni, le parrocchie lavorino insieme sui giovani per  crescere persone che abbiano un’immagine diversa della donna. Per fare questo bisogna eliminare il tabù del sesso”.