>> Scoperto giro di fatture false nel settore del trasporto su strada

Al termine di una complessa attività di indagine, svolta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti, è stato scoperto un imponente giro di fatture false, quantificato in circa 50 milioni di euro, posto in essere da un imprenditore astigiano e dalle aziende ad esso riconducibili, nel settore del trasporto su strada.

Sulla base delle risultanze acquisite, è stato richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo per equivalente, connesso ai reati fiscali, di denaro, beni mobili e/o immobili per un valore complessivo di circa 1.800.000 euro.

Ad avvenuta scoperta di un celere trasferimento di rilevanti fondi bancari all’estero, attuato con la collaborazione del direttore di un istituto bancario locale (in violazione della normativa antiriciclaggio), l’Autorità Giudiziaria ha poi disposto la custodia cautelare in carcere dell’imprenditore, sussistendo i presupposti previsti dalla legge.

Nel successivo interrogatorio, quest’ultimo ha dapprima restituito 700.000 euro e poi ha ammesso integralmente le proprie responsabilità nel processo per rito abbreviato, tenutosi dopo pochi mesi, concluso con la condanna a quattro anni di reclusione nello scorso mese di dicembre.

A chiusura delle indagini, è stato contestato al funzionario bancario ed al suo istituto di credito l’irregolare trasferimento di  2.400.000 euro nel Principato di Monaco nonché inoltrato il verbale al Ministero dell’Economia e Finanze per l’applicazione delle sanzioni previste.

Dopo aver scoperto la truffa, le Fiamme Gialle sono ora impegnate nell’esecuzione delle verifiche  fiscali a tutte le società implicate al fine di recuperare, a tassazione, le ingenti somme illecitamente dedotte con l’utilizzo delle F.O.I..

La scoperta della maxi-evasione ha, poi, indotto una importante società coinvolta, operante in altra provincia limitrofa, a presentare con celerità, nel mese di luglio 2011, le dichiarazioni integrative  per ciascuno degli anni oggetto di indagine nonché ad avvalersi del ravvedimento ai fini fiscali, così versando, in unica soluzione, oltre 900 mila euro all’Erario, per sanare le risultanze note della prima parte dell’inchiesta.

Sul conto di quest’ultima azienda, comunque, nel corrente mese di febbraio 2012, è stata già terminata l’ispezione amministrativa con la contestazione di numerose irregolarità ai fini Imposte Dirette, I.V.A ed I.R.A.P., per tutto il periodo oggetto di indagine penale, per un importo complessivo di circa 6 milioni e 500 mila euro, e la conseguente segnalazione all’Agenzia delle Entrate competente per la successiva fase di accertamento e riscossione delle somme dovute.