Elena Pascali, coordinarice della Federazione Sel di Asti, scrive: «Ho letto la lettera che il Sindaco di Canelli Marco Gabusi ha scritto al premier Matteo Renzi.
Il primo cittadino di Canelli esprime la sua preoccupazione riguardo all‘accoglienza dei profughi che in questi giorni hanno raggiunto la nostra provincia e ai flussi migratori in arrivo dall’Est Europa nel periodo vendemmiale.
Sono stata al centro di accoglienza di Villanova dove sono arrivati da una settimana 55 profughi. Lì ho trovato ragazzi che hanno voglia di futuro, di certezze e sicurezze. Hanno tante speranze. Loro come tutti gli altri, donne e bambini, che vengono nel nostro paese, scappano da territori devastati da guerre, persecuzioni religiose, dittature, carestie e povertà estreme.
Il desiderio di “fuga” dei migranti e dei potenziali richiedenti asilo è talmente alto che non si ferma di fronte a frontiere giuridiche e materiali costruite lungo i confini.
Non si ferma neanche davanti al serio pericolo di poter perdere la vita, restando o fuggendo dal proprio paese.
Gli sbarchi sono continui ma in realtà sembrano essere sempre e una nuova “emergenza”. I migranti sembrano moltissimi ma di fatto rappresentano poco meno dello 0,7% rispetto alla popolazione italiana (Istat 2013).
Per fortuna ci sono strutture, associazioni, enti locali che riescono, nonostante le innumerevoli difficoltà, ad organizzare una prima accoglienza per i migranti che giungono nel nostro paese.
Capisco che in questo periodo i “politici” siano imbevuti di campagna elettorale e vogliano usare spot popolari per ottenere consensi.
Ma forse non tutti sanno che Asti e la sua provincia hanno aderito al progetto sociale “Promoteo” che accoglie persone richiedenti asilo politico con il sostegno fondi ministeriali. Una domanda allora mi sorge spontanea.
Perché invece di indignarsi e preoccuparsi con il premier, il primo cittadino canellese non gli ha chiesto di aiutarci a rendere la nostra provincia un’eccellenza nella gestione dell’accoglienza dei profughi?
Le associazioni coinvolte in questa prima fase di assistenza stanno promuovendo un modello di accoglienza diffusa sul territorio per evitare i grandi assembramenti.
Il progetto propone alle famiglie di accogliere nelle loro case i migranti: una sorta di solidarietà e aiuto reciproco. Il Ministero dell’Interno stanzia 30 € al giorno per ogni migrante. La metà andrebbe alla famiglia ospitante mentre la rimanente sarebbe utilizzata per mediazione culturale, corsi di italiano e formazione. Per di più, il paese di Canelli, ha un ottimo CTP (centro territoriale permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) che in questi anni si è distinto per l’ottimo lavoro di alfabetizzazione della lingua italiana con gli immigrati.
I vantaggi di un’integrazione sarebbero innumerevoli: dall’arricchimento culturale alla creazione di nuovi posti di lavoro (mediatori linguistici, insegnanti ed educatori sono esempi) passando per l’assunzione di nuova manodopera per numerosi settori in cui c’è carenza e di assistenza agli anziani.