Padre Pinuccio Demarcus, nuovo parroco al S. Cuore

Padre Giuseppino Demarcus, ‘Pinuccio’, 62 anni, nuovo parroco del S. Cuore di Canelli.

Domenica 13 ottobre, alle ore 18, l’intitolazione, presenti il vescovo diocesano Piergiorgio Micchiardi e il Provinciale degli Obblati di San Giuseppe, padre Luigi Testa. 

Mi riceve con un persuasivo sorriso, la Bibbia e La Stampa sul tavolo di lavoro. Più che eloquente presentazione!

A Canelli aveva già collaborato, da chierico, con don Francesco Pagliuzza, il primo anno della parrocchia, nel 1977-78.

E’ dagli anni della sua laurea in Teologia, a Roma, che ha sempre esercitato la sua missione in ‘Oratorio’.

“Per ora mi impegno, soprattutto, a conoscere le persone, l’ambiente ed ad entrare nella comunità in punta di piedi, anche perché non ho nulla di nuovo da inventare”.

E, al suo primo contatto con la gente, lo ha subito dimostrato.

Giovedì, 26 settembre, in consiglio pastorale ha esposto alcune sue convinzioni:

– nella vita della Chiesa e della parrocchia, i laici non sono dei ‘corresponsabili’, ma dei ‘responsabili’,

– in parrocchia, col cambiamento di un parroco, non c’è nulla ‘da ricominciare’, ma tutto ‘da continuare’,

E nella messa di sabato e domenica, 28 e 29 settembre, ha distribuito ai fedeli un semplice, ma significativo, volantino

– «per ricordare padre Thomas che vi ha accompagnato nella crescita della vostra fede e pregare per la sua completa salute,

– per proseguire da uomo, da cristiano, da sacerdote sulla strada della crescita spirituale, in comunione con voi, il Vescovo e padre Martino, per il bene di tutti».

– per chiedere aiuto e tempo per ambientarmi e comprendere la sua nuova realtà».

Un realtà che ha subito così analizzato: “In una settimana di mio servizio al Sacro Cuore, mi sono incontrato con due funerali, due nascite (perché non suonare le campane a festeggiare le nascite?) e tanti poveri”.

Vedendolo muovere e destreggiarsi con grande agilità, alla domanda se abbia fatto praticato sport: «Per me stare tutto il giorno in ufficio, è un peccato. Cammino volentieri e vado in bici. Un modo per poter incontrare, parlare e conoscere la gente. Non guido l’auto, anche se ho la patente. Andare in macchina mi farebbe soffrire troppo. Ma nessun fedele ne risentirà».

Una pronta conferma dell’impegno si legge nel volantino: «Al 1° Venerdì del mese, i sacerdoti porteranno la Comunione agli ammalati. Visto il loro gran numero e la diversa dislocazione, li visiteremo anche nei giorni precedenti. Al bisogno, sempre pronti, di giorno e di notte».

Nei prossimi giorni? «Andrò ad incontrare i miei colleghi parroci don Carlo e Luciano, il sindaco, le autorità, le principali associazioni …».

Allora, buona strada, don Pinuccio! Canelli ne ha bisogno!