I carabinieri del Comando Provinciale di Asti, coadiuvati dal personale dei Comandi Provinciali carabinieri di Torino, Vercelli e Crotone, hanno eseguito, dalle prime luci di oggi, 7 maggio 2015, in Asti e nelle province di Torino, Vercelli e Crotone una vasta operazione contro l‘ndrangheta con la notifica di 6 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dalla dott.ssa Elena Rocci, GIP presso il Tribunale di Torino, su richiesta del dott. Stefano Castellani e e del dott. Sandro Ausiello della Procura presso la Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo piemontese.
Nel medesimo contesto, sono state eseguite anche 22 perquisizioni nei confronti di altrettante persone coinvolte nella maxi inchiesta.
Le indagini hanno evidenziato che alcuni destinatari delle misure restrittive, operanti nell’astigiano e dell’hinterland torinese, sono ritenuti i responsabili – a vario titolo – dell’omicidio compiuto nell’Astigiano nel settembre del 2011 ai danni di Nicola Moro, che si ritiene commesso con l’aggravante di aver agevolato l‘attività delinquenziali della cosca di ‘ndrangheta denominata “locale di Cirò” (Kr), e di altri reati quali: coltivazione, produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; porto e detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra.
L’indagine è durata circa tre anni e mezzo ed ha consentito di far luce, con l’arresto degli autori, su un omicidio di ’ndrangheta, primo caso per questa provincia: di qui il rilievo del lavoro svolto dalla Procura presso la DDA di Torino e dei Carabinieri del Comando Provinciale di Asti .
Gli arrestati sono:
Agostinelli Massimo nato a Rodi Garganico (FG) il 24.11.1966, pregiudicato;
Bossio Giuseppe nato a Strangoli (KR) il 05.11.1961, pregiudicato;
Chiricosta Giuseppe nato ad Ardore (RC) il 12.06.1957, pregiudicato;
Pochi’ Tomas nato a Pinerolo (TO) il 10.10.1992;
Russo Maurizio nato a Mesagne (BR) il 15.01.1962, pregiudicato.
Nello specifico:
a. Bossio Giuseppe e Chiricosta Giuseppe, agendo in concorso tra loro e con almeno un’altra persona non identificata, previo accordo, cagionavano la morte di Moro Nicola, esplodendo nei suoi confronti un colpo di arma da fuoco cal.9 ed attingendolo alla regione sopra clavicolare destra. Il delitto è stato commesso con l’aggravante:
della premeditazione, consistente nell’individuare una zona isolata predisponendo il luogo ove occultare il corpo, nel dare un appuntamento alla vittima e nel condurla nel predetto luogo per commettere l’omicidio.
di voler agevolare l’attività di un’associazione di stampo mafioso ex art. 416 bis cp.. e in particolare, per favorito l‘attività della cosca di ndrangheta denominata “locale di Cirò” (KR), dalla quale Moro Nicola aveva ricevuto lo una somma di circa 300.000 euro per organizzare una importazione di cocaina via mare senza concludere nulla e senza restituire il denaro.
aver ucciso in circostanze di luogo isolato, tali da ostacolare la privata difesa. Le indagini hanno evidenziato che la vittima era stata incaricata di avviare attività commerciali ittiche di copertura, tra cui tre esercizi commerciali nella provincia di Asti (nel capoluogo, in Villanova d’Asti e Costigliole d’Asti), e sarebbe stato assassinato per avere disatteso i dettami delle cosche, connessi alla somma ricevuta.
b. Bossio Giuseppe e Chiricosta Giuseppe, per aver portato in luogo pubblico un pistola cal. 9 parabellum, da considerarsi arma da guerra atta all’impiego e con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di commettere il reato di omicidio.
c. Russo Maurizio per avere coltivato illecitamente all’interno di tre capannoni della ditta Central Gru Sr, sita in Caselle Torinese, frazione Mappano via dei Fontanili, 363 piante (ciascuna delle quali aveva raggiunto l’altezza di circa cm 1,30), del peso complessivo di Kg 6,282 di marjuana, contenenti 153.280,8 mg di THC, nonché detenuto altri quantitativi di droga.
d. Pochì Thomas per aver acquistato un ingente quantitativo di stupefacente pari a circa 8,6 chilogrammi di hashish, che successivamente deteneva al fine di spaccio e cedeva e vendeva a terze persone
e. Pochì Thomas per aver acquistato alcuni chilogrammi di hashish da una molteplicità di fornitori, stupefacente che successivamente detenevano al fine di spaccio e cedevano e vendevano ad una molteplicità di clienti.
f. Bossio Giuseppe e Agostinelli Massimo per aver detenuto illegalmente più armi comuni da sparo, in particolare almeno un pistola cal.9, una pistola cal. 7,65, una pistola marca Dilljnger e altre armi di tipo e calibro imprecisato, nonché un fucile mitragliatore Kalashnikov.
Nel corso delle attività svolte, venivano tratte in arresto anche le sottonotate persone, perché colte nella flagranza dei reati di fianco ad ognuno specificati:
18 maggio 2013, Bossio Francesco, 25 anni, di Rivoli (To) e Repetto Edoardo, 26 anni, di Torino, entrambi arrestati per produzione, acquisto, commercio, trasporto e detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti;
5 marzo 2013, Visconti Domenico, 35 anni, nato a Rivoli (To) ed il 26 marzo 2013, Mohamady Mohamed Mohamed Elnaggar Sayed,28 anni, di Kalyobiya (Egitto), entrambi arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nello specifico, i risultati odierni sono il prodotto di un’attività particolarmente complessa ed articolata, poiché frutto di tre inchieste parallele e convergenti delle Procure Distrettuali di Reggio Calabria, Catanzaro e Torino.
Le indagini hanno avuto inizio alle ore 3 del 17 settembre 2011, con il ritrovamento del cadavere di Moro Nicola, piccolo imprenditore commerciale pregiudicato, originario di Brindisi, per reati concernenti il traffico internazionale di stupefacenti. I militari della Stazione CC di Villanova d’Asti sono intervenuti nei pressi del casello di uscita dell’autostrada di quel concentrico, su richiesta di alcuni cittadini, costatando che in un avvallamento/cunetta delimitante il terreno boschivo adiacente ad una piazzola, vi era un uomo riverso immobile, supino sul terreno.
Il sopralluogo permetteva di rinvenire sul posto una cartuccia inesplosa per arma da fuoco semiautomatica ed un bossolo di cartuccia esplosa, entrambe aventi cal.9 e di evidenziare che il luogo del rinvenimento del Moro si trovava a breve distanza dalla sua abitazione, poco meno di 5 Km di strada, mista fra urbana ed extra urbana.
Le complesse indagini si sono sviluppate a 360 gradi ed hanno consentito di accertare che, nelle sue ultime ore di vita, cioè nella serata del 16.9.2011, MORO Nicola si era allontanato dalla casa di abitazione a bordo dell’autovettura di famiglia, una Peugeot 205, che veniva ritrovata il successivo 18.10.2011 nel piazzale del centro commerciale di Moncalieri via F. Postiglione, alle porte di Torino, regolarmente posteggiata e chiusa a chiave.
Le verifiche procedevano anche mediante l’analisi del PC della vittima e dei tabulati telefonici dell’uomo e si indirizzavano conseguentemente sulla società Fischerhaus Snc della quale la vittima era socio amministratore.
I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di appurare che la ragione principale della costituzione della “Fischerhaus” era legata al traffico di sostanze stupefacenti che in quel periodo Moro Nicola e un suo socio in affari avevano avviato con altri soggetti calabresi, tra i quali proprio Bossio Giuseppe e Chiricosta Giuseppe.
In tale prospettiva, la società avrebbe dovuto essere utilizzata come copertura per noleggiare una nave da utilizzare per l’importazione di un ingente quantitativo di cocaina da destinare alla cosca di ’ndrangheta denominata “Locale di Cirò”, della provincia di Crotone.
Dalle indagini svolte – intercettazioni telefoniche, pedinamenti, analisi dei tabulati dei cellulari – è emerso che il Bossio Giuseppe, il Chiricosta Giuseppe, la vittima ed il suo socio in affari in cambio di somma di denaro pari a circa 300.000,00 Euro, ricevuta dai committenti calabresi, avrebbero dovuto realizzare e portare a termine il trasporto, via mare, di una ingente quantità di sostanza stupefacente del tipo “cocaina” o “pasta di coca”, da prelevare in Colombia o in altro Stato sud americano. Le risultanze investigative hanno dimostrato che MORO poteva vantare contatti e collegamenti con esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese, per il tramite di Bossio e Chiricosta, che lo hanno coinvolto in una vasta operazione di traffico di stupefacenti con la locale ’ndranghetista di Cirò (KR).
Di contro, a seguito della concessione della cospicua somma finalizzata al narcotraffico, il Moro ed il suo socio aprivano tre pescherie con insegna “Fischerhaus” (in Asti, Villanova d’Asti e Costigliole d’Asti) e utilizzavano parte del denaro anche per sanare alcune loro personali situazioni debitorie, spendendo tutto il denaro anticipato dalle cosche.
Infine, si è ritenuto che nei fatti ricorresse la circostanza aggravante di cui all’art. 71. 203/1991, la quale può qualificare anche la condotta di chi, senza essere organicamente inserito in un’associazione mafiosa, offra un contributo al perseguimento dei suoi fini, a condizione che tale comportamento risulti assistito, sulla base di idonei dati indiziari o sintomatici, da una cosciente ed univoca finalizzazione agevolatrice del sodalizio criminale mediante la commissione del delitto già autorizzato dai vertici della cosca cirotana, e che quindi ha concorso al perseguimento dei suoi fini, volti a ristabilire gli equilibri di potere a seguito del mancato rispetto degli accordi da parte della vittima.
Le risultanze delle operazioni tecniche svolte nel corso delle indagini nei confronti dei soggetti interessati hanno concorso a condurre anche all’arresto in flagranza per “Coltivazione illecita e detenzione al fine di spaccio di ingente quantitativo di sostanze stupefacenti” di Bossio Francesco (figlio di BOSSIO Giuseppe) e Repetto Edoardo, che venivano individuati quali realizzatori di tre serre tecnologicamente attrezzate rinvenute all’interno di un capannone industriale sede della ditta “Central Gru” (facente capo a Bossio Giuseppe e RUSSO Maurizio), oggetto di perquisizione e successivamente sottoposto a sequestro. Nei confronti dei suddetti è già intervenuta la sentenza di condanna in primo grado alla pena di anni 1 mesi 8 di reclusione ed € 4.000,00 di multa, emessa dal GUP di Torino in data 2.4.20 14.
La complessiva attività investigativa consentiva di accertare che l’idea di avviare l’attività di coltivazione di marijuana era da ascrivere a Bossio Francesco, Repetto Edoardo.
Ad oggi, l’attività in argomento ha portato al conseguimento complessivo dei sottonotati risultati:
129 reati scoperti (un omicidio di mafia, traffico di armi e stupefacenti e truffe);
36 persone denunciate in stato di libertà;
4 persone arrestate (ad oggi);
36 kilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati del tipo hashish e marijuana, con conseguente sequestro del capannone attrezzato a coltivazione di serra della droga;
denaro contante e merce sequestrata per un ammontare di € 80.000 circa.