Con Agrinsieme una simulazione sull’Imu agricola

Durando FornoUn prato alla periferia di Asti, la simulazione di quanto il conduttore dello stesso prato deve pagare secondo i criteri dell’IMU agricola, sindaci, agricoltori e dirigenti di Agrinsieme (il coordinamento tra Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Confcooperative) per dire no ad un’imposizione che si ritiene iniqua e inaccettabile.

Così, alla presenza dell’assessore del Comune di Asti Mario Sorba e del consigliere provinciale Marengo, Agrinsieme ha voluto esprimere pubblicamente la propria netta contrarietà ad un sistema fiscale che va a colpire i mezzi di produzione (in questo caso il prato su cui giovedì mattina 19 febbraio si è svolta la manifestazione) di un comparto in forte sofferenza, stretto com’è tra crisi di mercato, taglio dei consumi e crolli della produzione.

Ad illustrare con toni particolarmente appassionati la situazione sono stati i presidenti provinciali Alessandro Durando (Cia), Massimo Forno (Confagricoltura), affiancati dal direttore Pietro Cavallero (Confcooperative).

Siamo al limite della sopportazione . ha affermato Durando – perché nessuno, malgrado le reiterate affermazioni che sentiamo in convegni e dibattiti sull’importanza dell’agricoltura, interviene poi per far sì che chi ci governi usi il buon senso nell’imposizione fiscale: Qui siamo su un prato che, nel migliore dei casi, rende al conduttore (Alessandro Coscia n.d.r.) 156 euro l’anno di cui 70 devono andare a pagare l’IMU. Una situazione grottesca e inaccettabile perché l’agricoltura non è un bancomat”.

Dello stesso parere Massimo Forno che ha sottolineato come gran parte dei terreni agricoli siano in affitto per cui l’IMU la paga il proprietario che poi si rivale sull’affittuario. A questo punto è inevitabile l’appello ai sindaci, loro malgrado anello finale di questa scriteriata catena fiscale, ad usare la moderazione nell’imporre tributi che l’agricoltura non è più in grado di pagare.

A ripensare ad imporre inutili balzelli ha invitato Pietro Cavallero rivolgendosi ai sindaci, al fine di rimediare ad una politica che bada solo a fare cassa senza tenere conto delle situazioni in cui versano certi settori a rischio come quello agricolo.

E ancora sulle precarie condizioni del comparto è intervenuto Alessandro Durando che ha sottolineato come oggi, oltre alla questione dell’IMU che colpisce alla cieca esentando ad esempio certi vigneti a moscato, tuttora fortunatamente ancora fonte di discreto reddito, e facendo pagare invece a quelli di barbera che stentano a portare a casa i costi di produzione, ci sia anche quella del ritardo del PSR che mette in pericolo la prosecuzione di molte produzioni agricole.

Il tecnico Cia, Marco Pippione, ha poi illustrato nel dettaglio il cervellotico sistema di tassazione dell’IMU (“in molti casi si tassano redditi inesistenti come quelli di vigneti, noccioleti e frutteti che entrano in produzione dopo anni ma che sono tassati da subito”), mentre l’assessore Sorba ha messo in evidenza le notevoli difficoltà dei comuni che, con le casse vuote di questi tempi, sono talvolta costretti “obtorto collo” a disporre imposizioni che non sono nella loro volontà.

Nel breve incontro con agricoltori e giornalisti è intervenuto anche il presidente di Cia Piemonte, Lodovico Acits Perinetto, che ha richiesto a gran voce che si ripensi alla rimodulazione dell’intero sistema dove finora non sono state affrontate le problematiche strutturali della tassazione immobiliare dei terreni agricoli e in generale dei terreni utilizzati quali beni strumentali dalle imprese agricole, ma ci si è limitati a una valutazione di carattere esclusivamente finanziario.

Forno e Durando hanno concluso auspicando che a fronte di una situazione come quella creata dall’IMU tutto il comparto faccia fronte comune per opporsi a decisioni del tutto inaccettabili e chiedere per il 2015 la sostanziale modifica o la totale cancellazione dell’IMU.

“Lo scorso anno Agrinsieme ha duramente contrastato la tassa sugli accessi ai fondi rustici (Cosap) riuscendo ad ottenere l’abolizione del balzello ed ora è nuovamente di costituire un fronte unito. In questo senso auspichiamo che chi finora si è tirato colpevolmente fuori da questa azione di protesta si decida a partecipare alle nostre iniziative. I problemi dell’agricoltura non hanno colore ma un solo obiettivo: quello di tutelare gli agricoltori e le loro produzioni”.