In risposta alle critiche più volte mosse dall’architetto Barbero, candidato sindaco della lista M5S, sull’isola pedonale di piazza Cavour voluta e realizzata dal sindaco uscente Marco Gabusi, candidato per le prossime elezioni nella lista “Canelli Sì. Gabusi sindaco”, durante gli incontri della sua campagna elettorale, l’attuale primo cittadino di Canelli ha respinto l’attacco dell’avversario politico, sottolineando anche tramite un comunicato stampa la partecipazione ‘attiva’ dell’architetto Barbero agli incontri con il Politecnico di Torino insieme ad altri professionisti canellesi.
«… Le mie argomentazioni sono dettate dalla presenza del sottoscritto agli incontri e non al racconto di terze persone:
– i professionisti canellesi, tra cui Barbero e D’Assaro, parteciparono attivamente agli incontri del 2011 e mai espressero un pensiero negativo nei confronti della pedonalizzazione di Piazza Cavour;
– vi sono articoli di giornali del territorio in cui vengono citati i suddetti architetti presenti agli incontri;
– vi sono immagini che sanciscono in maniera ineccepibile la loro presenza.
Non mi piace far polemica e vorrei poter parlare solo del mio programma, ma l’opportunismo politico deve essere contrastato in ogni sua forma.
Chi oggi cavalca il malcontento della piazza e ieri era favorevole a tale realizzazione, può dire di essersi ricreduto, come legittimo, ma non tacciare di falsità chi come il sottoscritto e gli altri professionisti canellesi erano presenti e sanno bene quali erano le posizioni espresse.
Per correttezza alleghiamo le foto che testimoniano la presenza dei 2 architetti. Come noterete, una, addirittura, compare tuttora sul sito dei ragazzi che hanno lavorato a Canelli».
Alberto Barbero, pur ammettendo la sua partecipazione al workshop, come cittadino e come professionista, prende le distanze dalla fase di progettazione e, in risposta, affida le sue precisazioni anche lui ad un comunicato stampa: «La progettazione della piazza in oggetto e la decisione di pedonalizzare non riguarda il workshop. Riguarda invece una scelta politica precisa che attua un’amministrazione.
Il voler gettare la colpa dei propri sbagli ad altri sembra consuetudine di questo sindaco, che, a parole parla dell’intervento come di un suo atto di coraggio di cui è pronto a pagar le conseguenze e sui giornali vuole condividere la scelta con chi estraneo, ammettendo, inoltre, l’errore di una sua precisa scelta. (nella logica mal comune mezzo gaudio).
Per la vera storia: l’incontro con l’università da parte di soggetti privati e la progettazione della piazza sono due momenti diversi.
Come si evince dalle foto, venimmo invitati, sia cittadini (vedi foto al bar Roma) sia professionisti, vedi foto in sala consiliare, a tracciare delle righe sulla mappa di Canelli. Liberamente.
Ciò non dimostra in alcun modo che le righe tracciate fossero specifiche di Piazza Cavour. E non lo erano.
Ricordo cosa disegnai io stesso ma non posso sapere cosa disegnarono i miei colleghi perché non era fatto obbligo di sottoscrivere l’idea: “io tracciai il disegno di un edificio poggiante sul perimetro di piazza Gancia con porticato al PT per cercare di dare una definizione precisa di quella piazza e produrre un luogo di camminamento coperto, inoltre lasciando la piazza Cavour aperta al traffico creai d’impeto, poiché si trattava di schizzi da produrre in meno di un paio d’ore, un giardino negli attuali controviali alberati che da piazza Cavour vanno verso il semaforo”.
Questa esperienza fatta da circa 70/80 soggetti tra cui anche commercianti molto ostili alla piazza, non trattò mai nel dettaglio il tema della pedonalizzazione poiché lo staff dell’università voleva lasciare liberi da condizionamenti tutti i partecipanti. Si trattava di visioni, sogni, spunti. Non di progetti in senso tecnico. Ognuno disse la sua.
Se ora, il nostro sindaco uscente, vede il progetto della piazza maturato da me in quell’occasione non ho neanche commenti da aggiungere.
Sarò però felice di mostrare agli altri professionisti la logica espressa da questo amministratore affinché anche loro prendano le loro posizioni.»