Voce mai sopita contro l’orrore delle leggi razziali e della deportazione, Enrica Jona (fu rinchiusa ad Auschwitz) sarà ricordata, sabato 24 gennaio, alle 17,30, a Palazzo Mazzetti, da ex allievi, a loro volta divenuti insegnanti e sensibili dispensatori di testimonianze, e da astigiani che, nel tempo, hanno ricoperto incarichi pubblici. Pensata nell’ambito della Giornata della memoria, l’iniziativa “Enrica Jona: il mestiere di testimone” è stata voluta da Israt e Fondazione Eugenio Guglielminetti.
Testimone della storia ebraica astigiana e della Shoah, Enrica Jona sarà rievocata a Palazzo Mazzetti insieme all’inseparabile sorella Elda (difficile non pensarle insieme): la tavola rotonda vuole essere un momento di riflessione e di ricordo della vita delle due sorelle che hanno fatto del racconto della propria esperienza il loro impegno civico e didattico-educativo.
L’appuntamento (ingresso libero) si svolgerà in concomitanza con la mostra d’arte “Eugenio Guglielminetti nella collezione di Enrica ed Elda Jona”, organizzata dalla Fondazione Guglielminetti, nella sede di Palazzo Alfieri.
Per l’occasione, l’Israt garantirà, nella stessa giornata di domenica 25 gennaio, con risorse appositamente stanziate per l’occasione, l’apertura della Sinagoga di Asti, in via Ottolenghi. Le visite guidate si svolgeranno ogni mezz’ora, dalle 10,30 alle 13 e dalle 13,30 alle 18, a cura della Cooperativa Artefacta. Ingresso libero.
Anche quest’anno il Circolo Filarmonico Astigiano ricorrerà al linguaggio della musica per parlare della Shoah. Domenica 25 gennaio, alle 16,30, la Sala Pastrone ospiterà “Shtetl!”, concerto per raccontare la Storia e accordare passato e presente. Il villaggio ebraico dell’Europa dell’Est, quel mondo a tratti fantastico e avvolto da un fascino malinconico, rivivrà nello spettacolo attraverso la musica klezmer, le canzoni in yiddish e i racconti, per narrare la tragedia delle vite spezzate dalla Shoah.
In scena la voce solista Maria Teresa Milano con l’Ensemble Mishkalè (Sergio Appendino, clarinetto, Andrea Verza, tromba e flicorno, Enrico Allavena, trombone, Massimo Marino, fisarmonica, Maurizio Mallen, tuba, Luciano Molinari, batteria). Il concerto è proposto insieme a Israt e Comune (Assessorato per la Cultura). Ingresso 10 euro.
Domenica 25 gennaio, a Viarigi, alle ore 16, nel Salone del Circolo, si parlerà di internamento militare: in programma la presentazione del libro di Aldo Adorno e Silvia Alessio “Trentadue mesi – Un internato alla deriva dell’Europa” (edizione Joker).
L’iniziativa, con ingresso libero, è proposta da Comune e Israt. L’autrice Silvia Alessio converserà con Nicoletta Fasano, ricercatrice Israt.
Al centro del volume la vita di un uomo in particolari condizioni di cattività, dove le regole sono imposte da altri, in dipendenza di fatti ed eventi eccezionali, la personalità individuale viene totalmente annullata e le uniche cose che restano sono il pensiero, la memoria e lo spirito di sopravvivenza: perché questi sentimenti non possono essere requisiti.
Dal 4 gennaio 1943 al 12 settembre 1945, per oltre 32 mesi, Aldo Adorno ha unicamente dovuto ubbidire, tacere, soffrire la fame, la sete, il sonno, il lavoro, le fatiche, la paura. Matelica (Marche), poi Grecia e, successivamente, Luckenwalde nei pressi di Berlino e, ancora, lager di Dieffenbachstrasse 60 a Berlino, infine regione dei Sudeti: sono questi i luoghi attraverso i quali Adorno accompagna il lettore in un viaggio-ricordo, con cui rivive la drammatica esperienza che lo ha segnato per tutta la vita: la guerra e l’internamento militare.
Sempre nel Salone del Circolo di Viarigi seguirà, alle 17, lo spettacolo teatrale “Triangoli rossi” prodotto da Israt e Teatro degli Acerbi.
La rappresentazione, ideata per la Giornata della memoria, raccoglie per la prima volta i racconti degli astigiani deportati per motivi politici nei campi di concentramento nazisti. I testi di Nicoletta Fasano e Mario Renosio tengono conto delle testimonianze e delle memorie custodite nell’archivio dell’Israt.
In un coro di voci che si sovrappongono alle immagini dei campi trasformati ormai in memoriali, queste schegge di memoria ripercorrono in scena, dall’arresto alla liberazione, la tragedia del lager, attraverso riflessioni spesso dure e taglienti come frammenti di vetro.
La fame, la violenza, i sogni infranti contro il filo spinato, i difficili ritorni, con il loro carico di dolore e di speranza tradita per un rientro inaspettatamente difficile nella normalità, tutto viene raccontato, attraverso gli attori Massimo Barbero e Dario Cirelli, con parole che diventano pietre della memoria: “Noi avevamo sul braccio il triangolo rosso dei politici, con la matricola sui pantaloni e la piastrina al collo con il numero… E ci chiamavano solo per numero. Eravamo dei numeri. Dei numeri”.
“Siamo partiti dalle parole dei deportati – raccontano Israt e Teatro degli Acerbi – non per “descrivere” tutte le atrocità compiute, descrizione che sarebbe impossibile, ma per tentare di rendere il clima di violenza e sopraffazione, privazione e sofferenza, vissuto nei lager nazisti. Le testimonianze prendono corpo sulla scena e diventano estremamente profonde grazie alla rielaborazione video di filmati d’epoca che fissano nei nostri occhi il calvario vissuto dai milioni di deportati nei campi di concentramento. Ricordare, per noi, è un atto d’amore. Fare memoria è il testimone che i deportati ci hanno lasciato affinché i nostri figli e i nostri nipoti possano vivere sempre liberi”.
Dario Cirelli firma la rielaborazione drammaturgica e regia, Riccardo Bosia la regia video.
Lo spettacolo, a ingresso libero, è proposto in collaborazione con il Comune, si svolge nell’ambito della rassegna “Cunté Munfrà – dal Monferrato al mondo” (Unione Colli Divini – nel cuore del Monferrato) diretta da Luciano Nattino per la Casa degli Alfieri /Archivio della Memoria Astigiana.