Quattro milioni di pellegrini che, in occasione del bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888) Colle Don Bosco si prepara a ricevere. Turismo religioso, ‘spirituale’ che non disdegna quello del buon mangiare e bere, dello sport, della cultura che nel Monferrato, Langa e Roero bene allignano.
Fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice; don Bosco fu canonizzato nel 1934 da papa Pio XI.
«Don Bosco amava la sua terra ed ha portato per il mondo la mentalità imprenditoriale monferrina – dice don Egidio Deiana, vice rettore del Santuario dei Becchi – Molti salesiani si sono portati anche le barbatelle. Don Bosco insisteva su lavoro, etica e innovazione e ne sono nati centri di formazione, ovunque». E don Deiana, giustamente, fa rilevare: «Non saranno pochi i pellegrini che verranno qui al Colle don Bosco per visitare i luoghi dell’infanzia del Santo. E noi dobbiamo riempire il loro soggiorno lavorando di comune accordo. Occorrono alberghi, ristoranti, luoghi, cantine vinicole e aziende da visitare».