Solidarietà al cronista locale minacciato per la sua inchiesta sui migranti

COLETTIIl cronista collaboratore della redazione de ‘La Stampa’ per la zona Nizza-Canelli, Riccardo Coletti, che nei giorni scorsi aveva effettuato un’inchiesta sui drammi dei ‘migranti della vendemmia’, sfruttati dai ‘caporali’ con una paga spesso non superiore ai tre-cinque euro, essendo stato minacciato, ha presentato ai carabinieri di Canelli, una denuncia.

«Lunedì 31 settembre, – racconta – all’alba sono andato a cercare i migranti a Canelli. Ho parlato con molti di loro. Tra paure e silenzi, ho riempito il taccuino di storie. Risalito in Panda, l’ho scoperta danneggiata. Tornato a casa, ho scoperto due, su una Bmw nera, che aveva la targa coperta, ad aspettarmi su una piazzola, dietro casa mia, in Langa astigiana. Un posto isolato.

Non so come sapessero che abito lì. Uno alto, grosso, con accento dell’Est, sceso dall’auto, mi ha detto: “Tu, finché c’è la vendemmia, a Canelli, non ci devi più venire”, ed è ripartito sulla Bmw. Quindi ho chiamato i carabinieri che, con il capitano Lorenzo Repetto, mi sono sempre stati vicini».

L’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero e l’assessore regionale all’Immigrazione Monica Cerutti gli hanno espresso la loro “piena solidarietà e il sostegno incondizionato”.

“C’è bisogno di persone coraggiose come Coletti e di una informazione obiettiva che racconti cosa succede, smascherando sfruttamento e illegalità là dove avvengono.
Il mondo dell’agricoltura piemontese è un mondo sostanzialmente sano, che dà lavoro a oltre 30 mila persone. Questo non significa che non possano in esso nascondersi anche fenomeni di lavoro nero e sfruttamento delle persone.
Per questo è necessaria la denuncia dei protagonisti e dei media, l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura, delle associazioni agricole e delle istituzioni tutte. Dal canto nostro continueremo a lavorare per prevenire il più possibile situazioni di illegalità nell’utilizzo della manodopera, straniera e non.”

Sul fatto riprovevole si è pronunciato anche l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l’Associazione Stampa Subalpina con un comunicato in cui: “esprimono indignazione per l’accaduto e piena solidarietà al collega Coletti; ringraziano le forze dell’ordine per il pronto avvio delle indagini seguite alla sua denuncia; raccomandano la massima vigilanza affinché ogni giornalista possa svolgere fino in fondo le sue inchieste e affinché il lavoro di Coletti e degli altri cronisti sul fronte dello scandaloso caporalato possa proseguire e portare risultati di informazione e civiltà; invitano tutte le pubbliche autorità a non sottovalutare segnali e a fare tutto il possibile per fermare, in luoghi così civili, fenomeni indegni.”

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