Anche quest’anno a Caraglio si celebrerà, domenica 1 febbraio, dopo la sfilata dei carri e dei gruppi allegorici del carnevale, il rito del rogo del ‘Dusu’. E’ infatti tradizione che, ogni anno, alla fine del carnevale caragliese, si bruci “il cicio” (pupazzo), azione liberatoria e purificatrice che si rifà a un’usanza alpina beneaugurante per una futura primavera ricca e feconda.
Dapprima si bruciava un pupazzo di sterpi o paglia, poi si ardeva la figura di un carro allegorico, ora, grazie all’impegno dell’associazione Insieme per Caraglio, per ricordare il gesto leggendario compiuto, otto secoli fa, da due eroi caragliesi, si dà al rogo un fantoccio dalle sembianze del ‘Dusu’, signorotto del luogo, ucciso dalla giovane Cecilia con uno stiletto nascosto nella sua lunga bionda chioma, per non sottostare alla umiliante “jus prime noctis”, usanza barbara imposta, nel Medioevo, dai vari “signori” locali.
Nell’anno Domini 1198, dunque, in una buia e fredda notte d’inverno, si levò, dal castello di Caraglio, un urlo di morte, l’ultimo grido del “Dusu”.
Ma quel terrificante urlo fu anche un segnale e di colpo, quella tetra notte, si illuminò dai tanti fuochi accesi sulle colline vicine. Era l’inizio di una grandiosa sommossa popolare, guidata da Roldano giovane sposo della stessa Cecilia, contro il potere di vita e morte dei meschini “padroni” del posto. Da quella rivoltaseguirono delle altre e presto i villaggi vennero liberati.
Purtroppo la libertà non durò a lungo e i rivoltosi dovettero fuggire dalla collera dei torvi parenti e amici di quei “signorotti” deposti. Allora i fuggiaschi si rifugiarono nella terra di mezzo, tra due fiumi, poco distante dai loro luoghi natii e da quel momento iniziò la storia di una nuova città libera: Cuneo. Di quel tempo sono testimoni, sulla collina caragliese, pochi resti delle mura del castello e la torre del tiranno.
Tuttavia nel borgo antico sopravvive una bella e suggestiva finestra, dove Cecilia si affacciava per conversare con il suo amato Roldano.
Questi due giovani eroi avevano combattuto per un futuro migliore per la loro gente e diedero il principio per la nascita di una grande città libera. Rimasero talmente impressi nel cuore dei caragliesi tanto da diventarne le maschere ufficiali.