>> “10 febbraio: Giorno del ricordo”

Pubblichiamo l’intervento del dott. Marco Cagnazzo del movimento “Fratelli d’Italia” Centrodestra Nazionale Circolo “Arturo Martini” di Acqui Terme, sul “10 febbraio Giorno del ricordo”:

«Il Giorno del Ricordo è una solennità civile italiana, che viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno; tale celebrazione, che commemora le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, istriani e dalmati, avvenuti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è stata istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004. Infatti, secondo la legge 92/2004 la Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del Ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Nella giornata sono previste in tutta Italia, iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.

L’esodo istriano è un evento storico consistito nella diaspora forzata della maggioranza dei cittadini di etnia italiana che si verificò, a partire dal secondo conflitto mondiale e negli anni successivi, dai territori del Regno d’Italia occupati prima dall’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia guidata dal maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia. Il fenomeno, susseguente agli eccidi noti come massacri delle foibe, coinvolse in generale tutti coloro che diffidavano dal nuovo governo jugoslavo e fu particolarmente rilevante in Istria, dove si svuotarono dei propri abitanti interi villaggi e città, coinvolgendo tutti i territori ceduti dall’Italia con il trattato di Parigi.

Con l’espressione massacri delle foibe, o spesso solo foibe, si intendono gli eccidi, perpetrati per motivi etnici e/o politici, ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia; il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati i corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto, “foibe”. Una pagina triste e dolorosa della storia del nostro paese e di molte famiglie italiane, importante è dunque  non dimenticare questi fatti, purtroppo spesso taciuti o poco presenti nei libri di storia.»