>> “Canelli Futura” per la cittadinanza italiana ai figli di genitori stranieri

Fausto Fogliati, a nome del Gruppo consiliare Canelli Futura (Cavallo Roberto, Carillo Flavio, Mariella Sacco), nel prossimo Consiglio comunale di Canelli, che con ogni probabilità si terrà il 17 dicembre, proporrà all’approvazione il seguente odg per la sensibilizzazione all’ottenimento della cittadinanza italiana a favore dei minori nati in Italia in virtù del principio dello jus soli.

«La ristrettezza dei tempi con cui siamo costretti ad agire, mi ha reso impossibile curare maggiormente la proposta e dare alla medesima la giusta rilevanza, importante non per me ma per per i diretti interessanti, ossia i figli di genitori stranieri.

Preso atto che l’Italia è passata, in un arco di tempo relativamente breve, da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione stabile. Se, all’inizio di questa trasformazione, il nostro Paese era meta di passaggio per grandi flussi di persone, per lo più dirette verso il centro Europa, oggi l’Italia è diventata meta finale del fenomeno migratorio.

Che data questa doppia vocazione di porta d’accesso e tappa finale, il nostro Paese sente sempre di più l’esigenza di mettere in atto una politica capace di gestire l’immigrazione nella sua complessità.

Che questi flussi migratori hanno determinato il radicamento sul nostro territorio di gruppi e comunità di stranieri che hanno saputo integrarsi nel tessuto sociale ed economico in cui si sono stabiliti, contribuendo alla crescita e allo sviluppo economico di interi distretti produttivi.

Che in molti casi questi distretti vivono principalmente del lavoro di manodopera straniera, riempiendo quei vuoti occupazionali che i lavoratori italiani sempre più hanno abbandonato. Che secondo l’Istat al 1 gennaio 2011 gli stranieri residenti hanno raggiunto la cifra di 4.570.317 con un incremento del 7,9% rispetto all’anno precedente.

Che stranieri residenti a Canelli al 1° gennaio 2011 sono 1.742 e rappresentano il 16,2% della popolazione residente. Che alla stessa data i minori stranieri nati o cresciuti in Italia erano circa un milione, cioè quasi il 22% dei minori residenti nel nostro paese.

Che nella scuola dell’infanzia, a Canelli, i bambini stranieri di prima generazione sono 8, di seconda generazione 56; nella scuola primaria, di prima generazione sono 46 e di seconda generazione sono 94; nelle scuole medie, di prima generazione sono 49 e di seconda generazione sono 44 (così per un totale di 103 ragazzi stranieri di  prima generazione e 194 di seconda generazione, per un totale complessivo di 297 ragazzi di origine straniera.

Che appare evidente quanto sia necessaria ed urgente una riflessione su questo tema, svincolata da logiche idealistiche e pregiudiziali, ma che sappia affrontare il problema con determinazione e pacatezza, offrendo soluzioni percorribili e attuabili in tempi certi e tempestivi.

Considerato che l’attuale legge utilizza il concetto di identificazione, vertendo preferenzialmente sul criterio del diritto romano dello ius sanguinis (in latino “diritto del sangue”) e dunque della discendenza da cittadini, piuttosto che sul principio dello ius soli, ossia della nascita su quel determinato territorio.

Che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – in recenti dichiarazioni – ha giudicato superato un diritto di cittadinanza fondato sull’istituto dello jus sanguinis anziché sullo jus soli, per i nati in Italia da genitori stranieri augurandosi che in Parlamento si potesse presto affrontare anche la “questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri”.

Che lo stesso Presidente della Repubblica ha più volte encomiato i Comuni, le Province e le Regioni che hanno intrapreso iniziative volte a promuovere concretamente la discussione e la consapevolezza sul tema della cittadinanza alle persone straniere.

Che anche da diverse confessioni religiose sono arrivati appelli al Parlamento per una riforma della Legge 91 che intercettasse quindi i cambiamenti demografici nel nostro Paese e che promuovesse così il riconoscimento della cittadinanza per i figli nati in Italia da immigrati stranieri.

Che raggiungere l’integrazione per chi è in Italia, rispetta le leggi, paga le tasse e sente l’Italia come sua seconda Patria, è un obiettivo d’avanguardia. Che una Nazione nella quale per avere la cittadinanza si aspettano almeno tredici anni (visto che dopo dieci anni si può presentare domanda, ma successivamente ne passano almeno altri tre per ragioni burocratiche) è una nazione che non è al passo con il resto d’Europa. Che l’integrazione è una sfida difficile e complessa, e che sia importante riconoscerla come un’opportunità positiva per tutti, occorre intraprendere percorsi che passano per il rispetto della dignità di ogni uomo e per il rispetto altrettanto importante delle regole in cui la comunità si identifica, nella speranza di costruire giorno per giorno una società sempre più plurale e solidale. Che tale obiettivo passa anche dall’estensione del diritto di voto amministrativo ai cittadini stranieri residenti, già previsto da anni in Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda, Irlanda, Svizzera, tema su cui il dibattito in Italia è purtroppo bloccato dai veti dei partiti al Governo.

Considerato che la legge 91/1992, che regola le norme in materia, non riconosce automaticamente la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia con genitori migranti, a meno che un genitore non sia a sua volta diventato cittadino.

Che i giovani nati in Italia, qualora siano stati continuativamente residenti sul suolo italiano per i loro 18 anni di vita senza assenze di oltre sei mesi, possono ottenere con una procedura semplificata la cittadinanza entro i 19 anni di età, purché ne facciano richiesta.

Che, dopo i 19 anni, se non viene sfruttata la possibilità sopra indicata, i ragazzi e le ragazze nati in Italia da famiglie migranti, cresciuti insieme ai ragazzi italiani, debbono affrontare un’autentica corsa a ostacoli, che impone loro di presentare la richiesta di cittadinanza e fare richiesta annuale di permesso di soggiorno.

Che, inoltre, per adeguare la normativa della cittadinanza è opportuno ampliare i requisiti di concessione della cittadinanza italiana basandoli sul principio dello jus soli in sostituzione di quello dello jus sanguinis al quale si ispira invece la normativa vigente, rendendo cosi possibile l’ottenimento della cittadinanza italiana ai bambini nati o cresciuti Italia da genitori non italiani.

Che in tal modo si eviterebbe il crearsi di situazioni paradossali nelle quali questi bambini, nati o cresciuti nel nostro Pese, che per cultura e formazione si sentono italiani crescano con un senso di estraniazione dal contesto che sentono essere il loro, con ripercussioni negative sulla effettiva possibilità di un processo di integrazione e di inserimento sociale del minore.

Che in tal modo si produrrebbe un atto nell’interesse dello Stato italiano e fondamentale per favorire, consolidare e rafforzare il percorso di integrazione e radicamento avviato positivamente nel nostro territorio dalle persone di origine straniera che stabilmente vi abitano e intendono, con pari diritti e doveri, partecipare alla vita culturale e socio-politica del Paese.

Tutto ciò premesso, avute in considerazione le sovra tolte premesse ed in approvazione dell’ordine del giorno. Si impegna il Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta ad attivare tutti gli atti e procedure necessarie a sostegno del riconoscimento della cittadinanza italiana per jus soli ai figli nati in Italia da entrambi genitori stranieri regolarmente residenti e ai ragazzi arrivati in Italia adolescenti, figli di cittadini non italiani regolarmente residenti, che abbiano qui compiuto un ciclo scolastico.

Impegna il Presidente del Consiglio Comunale a trasmettere ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo dei Partiti politici, ai parlamentari astigiani presenti in Parlamento, la presente delibera. Impegna il Sindaco e la Giunta ad informare, a partire dal 2013, tramite l’invio di una lettera, tutti i giovani nati e cresciuti in Italia da genitori migranti (che non sono divenuti cittadini), al compimento dei 18 anni, di quali siano le possibilità che la legge offre loro per ottenere la cittadinanza in tempi rapidi.

Impegna il Sindaco e la Giunta a conferire, come atto simbolico, la cittadinanza onoraria ai bambini nati nel territorio italiano e figli di immigrati stranieri residenti a Canelli quale auspicata premessa di un effettivo riconoscimento della cittadinanza italiana da parte della legislazione nazionale.»