Sei persone sono state ricoverate sabato notte 29 settembre, al Pronto Soccorso del Cardinal Massaia, per intossicazione da funghi: accusavano forti dolori gastrointestinali e vomito. Alle cure dei medici sono ricorsi l’uomo che ha raccolto gli esemplari e cinque amici invitati a cena.
La moglie ha cucinato il risotto con i funghi, ma non lo ha consumato. Il raccoglitore, 50 anni, residente in un centro della Valle Belbo, ha raccontato ai micologi dell’Asl AT di aver trovato i funghi nei boschi del Sassello, riconoscendoli come esemplari di Clitocybe nebularis (nome comune pevein o nebbione).
“Questo fungo, commercializzato fino a vent’anni fa – spiegano gli esperti del Centro micologico dell’Azienda sanitaria – è da tempo classificato come ‘sconsigliato’ perché contiene una tossina che può causare gravi disturbi gastrointestinali ed è quindi opportuno non mangiarlo: ma, evidentemente, non tutti lo sanno. Può anche essere parassitato da un’altra specie fungina, la Volvariella surrecta, che ne accelera la putrefazione. Inoltre è facile confonderlo con l’Entoloma sinuatum, fortemente tossico, cui assomiglia moltissimo e che spesso cresce nello stesso habitat”.
Le sei persone ricoverate sono state sottoposte agli esami del sangue, mentre le urine sono state inviate al Centro antiveleni di Pavia per accertare la presenza della tossina fungina. In collaborazione con il Centro antiveleni, inoltre, i medici del Pronto Soccorso hanno concordato la terapia. Quattro dei sei intossicati, intanto, hanno lasciato l’ospedale ieri, mentre altri due torneranno a casa in giornata. Oggi i micologi cercheranno di recuperare gli avanzi del cibo consumato sabato sera per avere certezza sulla specie che ha causato l’intossicazione.
“Questo episodio – indica Marisa Panata, esperta del Centro micologico dell’Asl – ci induce a tornare su un concetto che da tempo ripetiamo ai raccoglitori privati: mai fidarsi, fare sempre controllare i funghi. Il nostro servizio è attivo nelle sedi di Asti, in via Conte Verde 125 (lunedì e venerdì, dalle 14 alle 15), e di Nizza Monferrato, piazza Cavour 2 (mercoledì, dalle 14 alle 15). In tutti gli altri giorni garantiamo il controllo previo appuntamento telefonico allo 0141.484920”. Gli operatori dell’Asl richiamano l’attenzione anche sulla necessità di aggiornamento dei raccoglitori privati: “I nostri corsi – ricordano – oltre a insegnare a riconoscere le specie commestibili e non, si concentrano anche su quegli esemplari, come il Clitocybe nebularis, che mutano nel tempo divenendo tossici”.
Per sensibilizzare maggiormente i consumatori, il Servizio Igiene Nutrizione Alimenti “schiererà” mercoledì 3 ottobre i propri esperti (Marisa Panata, Roberta Rota, Giuseppe Aliardi, Rocco Coppola) nella giornata informativa che sarà ospitata in ospedale. Dalle 9 alle 13, nella hall del Massaia, verrà allestito un tavolo con esemplari “buoni” e “cattivi” che gli operatori dell’Asl inizieranno a raccogliere, insieme ai volontari del Gruppo Micologico Camisola, nei giorni precedenti.
L’iniziativa, che replica alle edizioni degli ultimi anni, è organizzata sotto il titolo di “Funghi: sai cosa mangi?”. I cittadini riceveranno informazioni su un ampio spettro di tematiche: come “guardare” gli esemplari per riconoscerli (forma, colore e altre caratteristiche), nomi scientifici e comuni, periodo e ambiente di crescita (querceto, castagneto, noccioleto, pioppeto, giardini urbani e prati, ecc.), sintomi indotti da intolleranze e intossicazioni alimentari (dai disturbi temporanei ai danni permanenti a organi come il fegato), come raccogliere e conservare i funghi, ma anche come acquistarli: perché è importante sapere che, le cassette controllate, devono essere messe in vendita con il certificato di idoneità rilasciato dall’Asl.
Altri approfondimenti riguarderanno le disposizioni contenute nelle nuove linee guida regionali e la consulenza gratuita garantita ai privati cittadini dal Centro micologico dell’Asl nelle sedi di Asti e Nizza Monferrato. A disposizione dell’utenza pieghevoli informativi, mentre resterà in visione il libro “Funghi e tartufi dell’Astigiano” realizzato da Provincia e Asl AT.