Il 18 agosto si è riunito a Torino l’Ufficio di Presidenza delle Province Piemontesi per esaminare il testo della nuova manovra economica del Governo e le prospettive per gli enti locali. Alla riunione, presieduta dal presidente dell’Unione delle Province Piemontesi Massimo Nobili (presidente della Provincia di Novara) hanno partecipato il presidente della Provincia di Asti Maria Teresa Armosino e il vice Giuseppe Cardona.
“L’Ufficio – precisa in una nota l’UPP – conscio della gravità del momento ha sottolineato l’urgenza, ai fini del contenimento e della razionalizzazione della spesa pubblica, dell’approvazione della Carta delle Autonomie, con la definizione delle funzioni fondamentali in capo alle Province e ai Comuni. Le Province Piemontesi, richiamando l’attenzione del Parlamento sulla necessità di rispettare le disposizioni Costituzionali, sottolineano i limiti e l’inapropriatezza di una riforma dei poteri locali fatta tramite decreto legge e auspicano – continua la nota dei presidenti delle Province Piemontesi – che in tempi rapidi possa essere ripreso un serio e fattivo confronto per una partecipata riforma delle Autonomie Locali”.
I presidenti delle Province piemontesi discuteranno la materia con il presidente della Regione, Roberto Cota nell’incontro già calendarizzato per il prossimo il 29 agosto. I presidenti delle Province piemontesi hanno chiesto che il Parlamento “deleghi le Regioni a una ridefinizione di confini e dimensioni ottimali delle Province, sentiti i Comuni che ne costituiscono la struttura territoriale”. Inoltre hanno chiesto “chiarezza sulle ricadute che l’abolizione delle Province avrà sul personale, per sapere se verrà ridistribuito anche secondo un criterio di mobilità interregionale”.
Commentando il decreto del Governo il presidente Armosino evidenzia: “Ciò che bisogna chiedersi è se sopprimendo le Province otterremmo migliori risultati e a costi inferiori rispetto a quelli attuali. Amministro una Provincia che, su 118 comuni, ne conta ben 42 con una popolazione inferiore ai 500 abitanti. Ritengo che sia estremamente difficile lasciare queste realtà senza un collegamento territoriale omogeneo e una rappresentanza di area vasta in grado di interfacciarsi con la Regione. In questo quadro – aggiunge Maria Teresa Armosino – è necessario procedere in due direzioni: da un lato incentivare la fusione dei piccoli Comuni, portandoli a dimensioni tali da poter assicurare economicità di gestione e funzionalità operativa; dall’altro favorire l’accorpamento delle province per aree omogenee, coinvolgendo nella decisione le autonomie locali in un’ottica di partecipazione corresponsabile”.