Riceviamo e pubblichiamo:
«Visto che sono stato l’involontaria causa delle affermazioni del sindaco Marco Gabusi sulla possibilità che Canelli abbandoni la Comunità collinare “Tra Langhe e Monferrato“, – scrive il consigliere comunale di opposizione Oscar Bielli in una lettera aperta indirizzata idealmente al sindaco di Canelli Marco Gabusi – dopo aver contribuito alla sua nascita ed esserne stato per anni attivo sostenitore, ritengo utile esprimere, in proposito, una riflessione.
Indubbiamente è diverso il clima rispetto a quando le Unioni di Comuni nacquero. Allora vi erano più disponibilità, incentivazioni, consapevolezza di assistere alla nascita di un nuovo modo di collaborare, una vera voglia di fare sistema, di completarsi.
Tutto questo è sopravvissuto almeno in parte? Oppure ridotti i fondi si è annullata anche la voglia di migliorarsi, di capirsi, di cercare di conseguire economie (e non di sperperare), di dare migliori servizi ai cittadini o, addirittura, crearne di nuovi.
L’amministrazione Gabusi non ci ha mai parlato dell’attività svolta dalla Comunità collinare, né delle sue difficoltà, né dei possibili sviluppi. Pertanto è difficile poter fare serie valutazioni.
Una cosa però appare attraverso testimonianze raccolte. Non esiste più lo spirito di squadra. La sindrome da padrone del vapore pare abbia preso il sopravvento. Ci si pesa con la presunzione dei numeri e non con la logica della complementarietà. Col mito del “da soli è meglio“ che tanto ci è costato in passato.
Canelli è la più popolosa città dopo Asti ma è territorialmente sola. Colpa di nessuno (forse).
I servizi che si sono persi negli anni ci hanno fatto pagare “l’atavico isolamento dei migliori“. La collaborazione “forzosa” del dopo alluvione, le esigenze comuni, le paure di tornare ad essere soli, ci hanno aperto a nuove mentalità e a nuove collaborazioni (comunità collinare, progetto Unesco, acquedotto, asta del Belbo, raccolta e smaltimento rifiuti)-
Vogliamo tornare ad essere soli, vogliamo staccare la spina? Semplicissimo.
Un poco di arroganza ed un eccesso di autostima ed il gioco è fatto. Ma forse… siamo già così.»