L’inizio della vendemmia lascia presagire un’annata ottima, sia in termini quantitativi che qualitativi, in vigneto e in cantina.
A livello nazionale viene stimato un aumento fra il 5 e l’8% delle uve raccolte, con una campagna che potrebbe raggiungere i 47,5 milioni di ettolitri. Il 60 per cento della produzione sarà destinato alla realizzazione dei 498 vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (320 vini Doc, 41 Docg e 137 Igt).
Secondo un’analisi dei tecnici di Coldiretti Asti, l’andamento climatico, sia invernale che primaverile-estivo, ha concorso con la professionalità dei viticoltori e la vocazionalità del territorio a determinare un equilibrato sviluppo vegeto-produttivo in generale su tutti i vitigni.
Le varie fasi fenologiche, inclusa la maturazione delle uve, sono avvenute in modo progressivo e regolare, nel rispetto di un andamento rappresentativo per il nostro territorio. “E’ prevedibile – sottolinea Paolo Anziano, tecnico Coldiretti – l’ottenimento di uve con un favorevole rapporto zuccheri-acidi, un ottimo contenuto di polifenoli e di sostanze responsabili del profumo”.
Pertanto, compatibilmente con un favorevole andamento climatico prevendemmia, esistono tutte le condizioni per portare in cantina uve atte all’elaborazione di grandi vini.
“Stante questi presupposti – sottolinea Maurizio Soave, presidente Coldiretti Asti con delega regionale per il settore vitivinicolo – ci auguriamo possa essere una vendemmia serena”.
Dal lato economico c’è qualche apprensione tra i produttori. Alcune realtà hanno in questi giorni evidenziato eccedenze, mentre altri soggetti hanno abbozzato azioni dimostrative che Coldiretti ha giustamente ritenuto eccessive, in questa fase, rispetto alla situazione reale di mercato.
“Pur riscontrando, in alcune province della nostra regione, situazioni molto delicate – puntualizza Soave – occorre evitare di incrementare ulteriormente allarmismi e forme di terrorismo psicologico che potrebbero penalizzare i produttori che hanno lavorato bene e intendono continuare a produrre vini di grande qualità”.
Secondo Coldiretti al settore serve un progetto vero che contenga strategie di mercato che partano dalla vigna per arrivare fino al consumatore, passando per il tramite della cantina di trasformazione. Il primo obbiettivo è quello di evitare di avvantaggiare gli speculatori.
“Noi – ribadisce Soave – siamo per costituire al più presto una proposta operativa e progettuale per il settore, aperta a tutti gli operatori che credono, come noi, nel futuro del vitivinicolo piemontese. I nostri tecnici ed esperti, coordinati dall’Osservatorio Mercati di Coldiretti Regionale, lavorano in stretto contatto con il territorio per dotare il comparto di un progetto di rilancio dei suoi vini, sia sul mercato nazionale che sul mercato internazionale.
Molte nostre imprese si stanno facendo onore sui mercati asiatici e russi. Altre stanno tenendo, nonostante la crisi economica, sul mercato americano e giapponese. Lo spumante italiano, per esempio, ha conquistato nuovi spazi, a conferma che la produzione vitivinicola nazionale ha raggiunto grande considerazione da parte dei consumatori di tutto il mondo. Occorre continuare a lavorare per valorizzare i nostri prodotti che, anche quest’anno, come stiamo vedendo si preannunciano eccellenti.”