«Alla fine hanno prevalso il buon senso e lo spirito vero della filiera unica del Moscato. Ora invito tutti i protagonisti del settore a rinnovare gli sforzi per fare più grandi il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante. Abbiamo tanto lavoro da fare e dobbiamo farlo, com’è nostro costume, presto e bene». Così il presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti e del Moscato, Paolo Ricagno, ha commentato la firma dell’accordo sul nuovo disciplinare avvenuta sabato scorso 29 gennaio 2011 nella sede consortile di Isola d’Asti, nel corso di una seduta della Commissione Paritetica.
Al summit hanno partecipato, oltre ai vertici consortili, anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, i rappresentanti dei vignaioli e della aziende, dei moscatisti e delle organizzazioni di categoria dei viticoltori.
Tre i punti principali su cui è stato trovato l’accordo sul nuovo disciplinare che dovrà essere sottoposto all’esame del Comitato vitivinicolo nazionale del Ministero: l’inserimento del Comune di Asti nella zona di produzione; la possibilità di aumentare la resa per ettaro in annate di mercato particolarmente favorevole; e il passaggio della destinazione dei mosti da Asti a Moscato d’Asti.
«L’inserimento del Comune di Asti nella zona di produzione – ha detto Ricagno – è stato stralciato in quanto sarà proprio la Regione a farsene carico secondo il suo ruolo istituzionale nelle sedi opportune. Lo stesso assessore regionale Sacchetto – ha aggiunto il presidente del Consorzio –, che ringrazio per il preziosissimo ruolo di mediazione sostenuto con efficacia e preparazione, ha sottolineato come lo stralcio si sia reso necessario per consentire alla Regione di svolgere le verifiche tecniche per valutare, secondo la normativa, le modalità per muoversi in questo senso. Ho avuto assicurazioni che la Regione si impegnerà sin da subito per intraprendere l’iter finalizzato all’ingresso del Comune di Asti all’interno della denominazione secondo le procedure previste dalla normativa»
Per quanto riguarda l’aumento delle rese per ettaro è stato mantenuto il tetto massimo di produzione. «Per la prossima vendemmia – ha confermato Ricagno – potremo arrivare a 12 tonnellate ad ettaro, 10 t/ha di resa + il 20%, cioè a 100 quintali/ettaro con un 20% di tolleranza in più. Questo – ha aggiunto il presidente del Consorzio – consentirà alla commissione paritetica, qualora ci siano favorevoli condizioni di mercato, di valutare ed eventualmente autorizzare un aumento di produzione».
Sui passaggi da una tipologia a all’altra rimane possibile quello da Moscato ad Asti, mentre da Asti a Moscato dovrà essere approvato dalla commissione paritetica stessa.
Sono state precisate anche le modalità di versamento della trattenuta da destinare al fondo di parte agricola. Si tratta di 7 euro alla tonnellata che verranno trattenuti dalla parte industriale e versati da questa al fondo segnalato dalla parte agricola. Tale fondo sarà gestito dalle componenti di parte agricola tenuto conto che il Consorzio è costituito dalle parti dei produttori.