Non usa mezzi termini l’europarlamentare Alberto Cirio nel bocciare la disposizione che inserisce nel nuovo Registro nazionale delle varietà di piante da frutto approvato dal Ministero delle Politiche Agricole anche la varietà della nocciola “Tonda e Gentile delle Langhe”. In sostanza, se un produttore beneventano o pugliese acquista barbatelle di questa varietà può produrre frutti con la denominazione “Langhe” anche a centinaia di chilometri di distanza dalle colline piemontesi.
«E’ una frode bell’e buona – ha tuonato l’europarlamentare nel salone della Provincia in una conferenza stampa, presenti alcuni sindaci della zona tra cui Giovanni Gallo e Paolo Milano, primi cittadini di Montabone e Sessame -. Si inganna il consumatore e si scippa un’indicazione geografica prestigiosa».
Querelle partita nel 2008, come ha spiegato Cirio, quando l’Unione Europea chiede ai Paesi membri di istituire un registro vivaistico ove siano inserite tutte le specie di piante coltivate. Passano due anni e il governo italiano, attraverso il Ministero delle politiche agricole, si rivolge alle Regioni per avere indicazioni particolareggiate.
Ad aprile di quest’anno il registro è pronto, ma tra le pagine del librone si annida la sorpresa: accanto alla “Tonda e Gentile Trilobata”, varietà scelta una ventina di anni fa da tutti i produttori piemontesi per uniformare il marchio, compare anche la “Tonda e Gentile delle Langhe”.
«Sono subito intervenuto chiedendo di correggere questo macroscopico errore, se così si può chiamare – ha spiega Cirio -. Si sono mobilitati anche i Comuni, tanto che sono state allegate alla nota che avevo inviato al ministero 72 delibere di altrettante amministrazioni locali che chiedevano di eliminare tale denominazione dal registro».
Anche la Regione Piemonte si era mossa, e pareva che il pasticciaccio fosse stato sanato.
Invece, due settimane fa l’ennesimo brutto colpo per i coricoltori di Langa e Monferrato. «Non solo la dicitura “Tonda e Gentile di Langa” non è scomparsa dal documento ufficiale ma, paradossalmente, questa indicazione può essere usata dappertutto meno che nelle Langhe in quanto qui si è scelta la denominazione “Trilobata” Igp. Inoltre, è una disposizione contro legge, in quanto non si può dare il nome di un luogo ad una pianta».
Come rimediare? «Ho già inviato un ricorso in autotutela dal ministero chiedendo di rimuovere la parola “langhe” dal registro. Se ciò non accadrà – annuncia Alberto Cirio – mi avvarrò della possibilità di sporgere formale denuncia verso il Governo italiano e, in ultima analisi, di avanzare ricorso al Tar del Lazio».
Iniziativa, quella dell’europarlamentare di Forza Italia, che ha già trovato sostegno in numerosi Comuni tra Langa e Monferrato «in forma trasversale, senza colore politico» Percorso che ha trovato sostegno nella Provincia.
«Appoggiamo l’iniziativa – ha annunciato il presidente dell’ente, e sindaco di Canelli, Marco Gabusi – e ci facciamo promotori della protesta nell’astigiano dove, notoriamente, la coltivazione del nocciolo è fiorente per non farci scippare un’ indicazione di territorio che è sinonimo di qualità».