Italo Mussio, a cui è stato assegnato l’Agrestino, ha condotto un talk show con associati e “quadri” sulla storia della Cia dal 1980 ad oggi. Gli interventi del presidente nazionale Dino Scanavino e di Alessandro Durando.
Per il suo trentesimo compleanno – la prima edizione si svolse ad Incisa Scapaccino nel 1986 con il nome di Festa per l’agricoltura – la Festicamp della Cia di Asti, ha scelto di mettere al centro della discussione l’agricoltura e soprattutto gli agricoltori, attraverso i tanti momenti di crescita e di difficoltà del passato, quelli di certo non particolarmente esaltanti del presente e, ancora, quelli che invece si vorrebbe avere nel futuro prossimo.
Un percorso di storia, aneddoti, ricordi ed emozioni che si è snodata, sotto la conduzione di Italo Mussio, presidente per oltre un ventennio dell’organizzazione professionale astigiana, nel corso di un animato talk show, attraverso le parole di alcuni dei protagonisti della storia della Cia dal 1980 ad oggi, ma anche dell’agricoltura astigiana.
Nell’Aula magna dell’Istituto Tecnico Agrario “G. Penna” di Asti, sui cui terreni è stato completato proprio in questi giorni il lavoro di messa a dimora di un vigneto didattico voluto e progettato dall’Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli) e dalla stessa Cia, l’incontro tra i soci della Confederazione italiana agricoltori era intitolato, non a caso, “La Cia e l’agricoltura che cambia. 1980-2015: trentacinque anni con gli agricoltori astigiani e…”.
Italo Mussio, presenti l’on. Massimo Fiorio ed il consigliere provinciale delegato all’agricoltura, Francesco Marengo, ha ricordato i primi anni di vita della Cia astigiana – nata nel 1977 dalla radicale riforma della Confcoltivatori – e la sua progressiva e costante evoluzione, avvalendosi anche delle testimonianze di alcuni agricoltori e funzionari della Confederazione. Le esperienze dell’appartenenza alla Cia sono state brevemente ricordate dagli agricoltori Marco Capra, Maria Evi Volpato, Giovanni Ponti e Luca Roffinella e dai “quadri” Mario Porta, Salvatore Seminara, Flora Artuffo, Pierita Porrato, Silvio Mussio e Serena Guastalegname.
A tracciare un sintetico quadro della situazione agricola nazionale e locale, è stato il Presidente nazionale Cia, Secondo Scanavino, non senza aver ricordato gli anni di un recente passato (“i più belli della mia vita”) trascorsi al fianco di Mussio prima e in veste di presidente provinciale poi. “Sono stati anni di profondi e continui mutamenti che hanno completamente modificato lo scenario dell’agricoltura astigiana e italiana – ha affermato Scanavino – che hanno visto la Cia accreditarsi definitivamente come soggetto determinante per la difesa del ruolo primario degli agricoltori in una società che stenta fortemente ad individuare i canali di sviluppo dell’economia.
Un ruolo che ogni giorno si cerca di adeguare ai reali bisogni di chi opera nelle campagne del paese per fornire cibo sano e di qualità alla nazione”.
Sul futuro del comparto agricolo e della Cia stessa è infine intervenuto il presidente provinciale in carica, Alessandro Durando, che aveva al suo fianco la Giunta composta da Barbara Pastorino, Angelo Cortese, Domenico Poggio e Ivano Andreos.
“Più che fare un elenco delle iniziative che intendiamo attuare nei prossimi mesi e anni – ha affermato Durando – siamo qui oggi per tornare a concentrarci sulle richieste che vengono dagli agricoltori e che troppe volte sono rimaste inascoltate.
obbiamo rimettere al centro dei nostri obiettivi i soggetti che fanno sul campo l’agricoltura, un gruppo di persone che hanno sovente esigenze assai diverse tra loro e che noi dobbiamo essere pronti ad ascoltare ed a recepire per poterne fare oggetto di iniziative e azioni nei confronti delle istituzioni”.
“Il nostro sforzo – ha proseguito il giovane presidente Cia – deve essere quello di saperci adattare a situazioni in sempre più rapido movimento parlando con le persone e soprattutto ascoltandole in modo da evitare che capiti talvolta di prendere decisioni di cui la base sa poco o nulla. Il sindacato sono gli agricoltori che ne fanno parte e non i dirigenti”.
In apertura dell’incontro è stato ricordata, non senza commozione, la figura di Oddino Bo, recentemente scomparso, tra i fondatori dell’Associazione Contadini Astigiani e successivamente della Confcoltivatori per finire con la sua illuminata esperienza a indicare obiettivi e azioni della Cia.
Durante la successiva Cena della Festicamp, è stato consegnato a Italo Mussio l’Agrestino, il riconoscimento che la Cia astigiana attribuisce ogni anno ad una personalità che si sia distinta nell’opera di valorizzazione e salvaguardia del lavoro agricolo e dell’ambiente rurale. Sono seguite le premiazioni dei vincitori delle gare sociali a carte (Memorial Ilario Violardo) ed a bocce (Memorial Luigi Meraldi). Nel primo si è imposta la coppia Felice D’Auria e Roberto Pedrotti (zona di Asti), mentre nel secondo la vittoria è andata alla quadretta istituzionale Cia Asti formata da Porta, Giordano, Dagna e Dipaola.