A Canelli serve una nuova scuola con spazi all’aperto e aree verdi

Terminate le vacanze estive si torna a parlare di scuola. Ne parlano i genitori, gli insegnanti, la comunità intera. Il tema è scottante, di mezzo ci sono i nostri bambini, col loro futuro. Mai come in questi anni tutti noi siamo travolti dalla fragilità, dalla vulnerabilità, dalla fatica del vivere quotidiano e la scuola si trova a dover affrontare nuove sfide, impensabili fino a poco tempo fa.

Le neuroscienze affrontano il problema, lanciano appelli chiari e propongono soluzioni radicali. Lo dicono grandi pedagogisti e neuro scienziati come Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello sviluppo presso l’Università agli Studi di Padova, lo dice Giorgio Capellani che si occupa dell’uso delle nuove tecnologie nell’infanzia, nell’età scolare e adulta, lo dice Giacomo Stella, Professore ordinario di Psicologia clinica dell’Università di Modena, lo hanno detto grandi maestri del passato come Maria Montessori e Don Lorenzo Milani.

I bambini e i ragazzi che frequentano la scuola oggi vivono nel mondo digitale, lo adottano come stile di vita. E’un mondo sconosciuto ai genitori stessi, agli adulti, ai nonni, ai cittadini nati nel secolo scorso. Era un mondo che dispensava apprendimento monodirezionale: io insegno, tu impari, io verifico e poi giudico. Serviva per alfabetizzare le masse popolari. Ora anche i bambini piccolissimi sono bombardati da un‘infinità di informazioni, per loro ingestibili. Rischiano l’ingolfamento cognitivo per cui perdono subito quello che hanno appreso poco tempo prima. Tutti parlano di scuola e nella confusione non mancano gli scontri tra genitori, insegnanti, studenti, cittadini e politici. Passando all’analisi della situazione locale, avanzo alcune proposte per adeguare il servizio alle attese dei giovani che vivono nel mondo digitale.

La prima considerazione da fare riguarda le strutture scolastiche della scuola primaria, con particolare attenzione alle bambine e ai bambini in età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Secondo quanto scrive Giorgio Capellani nel suo libro “Crescere nell’era digitale”, alunni di tale età vivono la fase delle operazioni concrete, non avendo ancora maturato la razionalità che si conquista pienamente solo intorno ai 20 anni. L’autore conclude scrivendo le testuali parole: ”I processi cognitivi sono ancora legati all’agire. “La struttura di piazza Repubblica non permette agli insegnanti di adottare una didattica legata all’agire, all’apprendimento implicito che scaturisce e si rafforza attraverso l’uso dei cinque sensi, a contatto della natura, con alternanza di attività in aula e altre fuori dall’aula. I bambini sono particolarmente sensibili alle attività svolte all’aperto. In aula spesso sono annoiati, fuori sono immediatamente attivi, curiosi, collaborativi, felici, spontanei.Tali attività, modellano e strutturano il cervello. Gli apprendimenti si consolidano, non si perdono immediatamente come succede con l’ingolfamento cognitivo e danno all’alunno un rafforzamento ed un solida base per la costruzione di una buona identità, di un’immagine di sé positiva e forte. D’altro canto, invece, ed è ormai largamente dimostrato, che la pretesa di apprendimento attraverso spiegazioni verbali, raccomandazioni, suggerimenti e non ultimi rimproveri e valutazioni negative, annoiano i bambini seduti nei banchi e la noia non è una buona compagna di scuola. Un bambino seduto, fermo nel banco, richiamato all’ascolto è un bambino rassegnato, spento, che non dà soddisfazione all’insegnante che ne valuta il rendimento con prove oggettive.

A Canelli serve una nuova struttura scolastica dotata di aule, laboratori, palestre, ma anche e principalmente di cortili, spazi per la didattica all’aperto, aree verdi da osservare e da vivere, un po’ di terreno da coltivare ad orto e a giardino, un piccolo parco con alberi maestosi e naturali, un’aula all’aperto, all’ombra di frondose piante. Il tutto ben cintato e protetto, ad uso esclusivo dei ragazzi, anche per la tanto conclamata necessità di garantire loro la dovuta sicurezza.

Una struttura scolastica attraente, funzionale, un luogo che sia il più bello della città, da costruirsi subito, velocemente per i nostri bambini e per i nostri insegnanti.

Romano Terzano

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