>> Arrestati padre e figlio per sequestro di persona e tentato omicidio

I carabinieri di Villanova d’Asti (At) hanno risolto il misterioso caso del giovane che il 28 giugno scorso aveva denunciato di essere stato sequestrato nei pressi del cimitero di Ferrere (AT) da due sconosciuti i quali, dopo averlo legato ad un albero, lo avevano malmenato senza apparente motivo, esplodendogli contro un colpo di pistola che lo aveva ferito ad entrambe le mani.

Dopo giorni di incessanti indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti – Sost. Procuratore dott. Francesco Giannone -, gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito le circostanze del misterioso episodio e hanno tratto in arresto, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Asti,  i due responsabili, identificati in Antonio Pettinato, 1947, pensionato, pregiudicato, e il figlio Emanuele Pettinato, 1979, muratore, abitanti in frazione Pratomorone di Tigliole (To), entrambi accusati di sequestro di persona e tentato omicidio, mentre la madre e un altro figlio sono stati denunciati a piede libero per gli stessi reati.

Gli investigatori hanno accertato che il fatto, ben lungi dall’avere la dinamica riferita dalla vittima che, terrorizzata dalla paura, aveva fornito una versione fuorviante dell’evento, si è svolto con modalità drammatiche che potevano portare ad un esito infausto.

In realtà, i carabinieri hanno scoperto che il giovane decoratore sandamianese Massimo Barberis, 1969, lo scorso 28 giugno stava lavorando con un amico presso l’abitazione dei Pettinato, tinteggiando le pareti di casa, quando, inspiegabilmente, i proprietari li hanno aggrediti, accusandoli ingiustamente di essersi appropriati di una forte somma di denaro custodita nella tasca interna di una giacca.

Come in un film americano dell’orrore, con la partecipazione di tutta la famiglia, i due sono stati trascinati all’esterno della casa, posta in una zona isolata in aperta campagna, legati ad un albero e malmenati.
In particolare, i due arrestati, si sono a lungo accaniti sui  due giovani, “incaprettandoli”, ovvero passando loro una corda attorno al collo assicurata alle mani legate posteriormente, in modo da assicurare un progressivo lento strangolamento, infierendo sui malcapitati con calci e pugni prima di esplodere un colpo di pistola che ha attinto il Barberis, fratturandogli entrambe le mani.

L’incubo è durato a lungo sino a quando, forse finalmente convinti dalle disperate proteste di innocenza, le due vittime sono state liberate con l’intimazione di non denunciare il fatto, pena la morte.
I due arrestati, al termine delle operazioni di rito, sono stati trasferiti alla Casa Circondariale di Asti,  a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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